Marcello Napoletano in un nuovo capitolo house come al solito tinto d’emozione vera e senso d’appartenenza sincero e profondo.
Questo è un produttore che farà strada ed a dircelo è il suo suono, in una serie di brani che sanno raccontarci la verità.
Se ne stanno accorgendo in molti, questa volta siamo su Quintessentials, una label che ha sempre creduto nell’house music più profonda e meditativa e Marcello non è certo da meno.
Confeziona quattro confetti di puro deepness, giocando con le sue costruzioni strutturali mai semplici o scontate, ritmi che vengono costruiti in maniera disordinata, seguendo un umore invece che un trend, e tagli su voci e synth sempre originalissimi e d’impatto.
“Make me free” cresce così, con una serie di cut su voce e ritmo che fanno da contrappunto ad una nota acidula che perversa in sottofondo, il costrutto ritmico segue timbriche tribali ed è proprio il gioco di vocals a cucire il tessuto di questo brano.
Marcello ci racconta poi degli umori urbani tramite “Street Fruit”, un basso funky si fa spazio in una strada affollatissima, portandosi dietro cassa, piatti e sirene, è la voce dell’house che parte dalla strada, da uno di quei punti nei quali molti producers attuali non vogliono più cimentarsi, Marcello invece parte dal basso, racconta storie che ci appartengono, che appartengono alle persone che soffrono.
“What’s Going On Detroit” dipinge una città vista con gli occhi della notte, strade deserte e luci fioche ma di un giallo intenso, quasi arancio, il fumo dai tombini e tutt’intorno una presenza opprimente, martellante, poi un bassline che scaccia via quel senso d’oppressione, è il punto di confine tra techno ed house, è uno di quei racconti che non conoscono la fine.
“The Fall” è materia plastica, è funk del terzo millennio, è house. Ruvida e pressante, secca e scandita, trascinante, irriverente…come tutta la sua musica.