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Single Reviews /

Alex.O.Smith Plesetsk Cosmodrome

  • Label / FXHE Records
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Feb 2010
  • Style / ,
  • Rating /
    10/101
Plesetsk Cosmodrome

Alex Omar Smith.
Quando il bastardo se ne esce con queste cose è l’apice irraggiungibile dell’elettronica tutta.
Il guerriero solitario di Detroit, quello che verrebbe da prenderlo a schiaffi quando si leggono le sue interviste, l’antipatico, il genio.

Lo scorso anno ha mandato il suo fanculo al mercato discografico mixando per il Fabric la più bella compilation di sempre, inserendo in playlist soltanto pezzi suoi, diamanti che mai avevano visto luce sul formato cd, avere così a portata di mano un brano come “Psychotic Photosynthesis” era sembrato già di suo il miracolo dei miracoli.

E l’avanzata non cessa, è un fiume in piena Omar S, ed il suo suono è in mutamento continuo, alla luce dei suoi ultimi dischi si percepisce come la materia si stia distaccando da quella carcassa inorganica che erano i suoi beat, da quella danza di scheletri che ci ha pervasi con le sue memorabili release.
Ciò che ha sempre contraddistinto la sua musica era fatto di pochi elementi scarnificati, house music dell’oltretomba, che nonostante la cura di ferro a cui era sottoposta riusciva ad emanare calore e coinvolgere completamente.

Plesetsk Cosmodrome prende il nome di una postazione di lancio per satelliti russa posizionata ad 800 chilometri a nord di Mosca ed è soprattutto il disco più bello che Omar S abbia mai pubblicato.

L’eleganza con la quale ti avvorge il brano d’apertura, Kosmos, è soltanto pari alla potenza con la quale il suo basso acido ti scaraventa in terra, sono sette minuti sette di pura house music dove trovano spazio una chitarra cosmica, un favoloso giro di basso ed uno di quegli scheletri ritmici tipici dell’uomo.

La title track è un gioiellino di due minuti tra basso e piano, avvolto da groove soporifero e giochi di luce che sono Detroit di notte.

“Skynet 2B” per la Nasa era un satellite per le telecomunicazioni lanciato in orbita il 23 novembre del 1974, e nelle sue mani è diventato un brano techno ascensionale caratterizzato da orde di synth ribelli che decollano lasciandosi alle spalle detriti che cadendo a terra si incendiano nella notte lasciandoci ammirare un cielo tempestato di fuoco.

Al momento non ce n’è per nessuno.

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