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Single Reviews /

Tevo Howard Crystal Republic

  • Label / Hour House Is Your Rush Records
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Mar 2010
  • Style /
  • Rating /
    9/101
Crystal Republic

Tevo Howard è uscito fuori dal nulla, e con quel poco che aveva ha creato un universo house fuori dalla portata umana, un mondo sonoro che appartiene al ricordo, perché è uno dei più fedeli esperimenti di recupero di quelle sensazioni afrodisiache che hanno fatto si che Chicago diventasse il luogo.

Il suo mood non ha mai smesso di cercare quelle atmosfere, di plasmarle e farle diventare nuova linfa.
Giocando con la melodia è arrivato a comporre brani incredibili come “Everyday House Music” e “Move”, mettendo in gioco tutto un armamentario di bassline, percussioni e piano. Sembra incredibile, sono passati venti anni e quei tre la fanno ancora da padroni.

Questo è un lavoro in grande, un doppio vinile pubblicato da una costola della sempre più attenta Rush Hour, label che ha da subito creduto nelle capacità di Tevo, rendendosi protagonista insieme ai suoi suoni di un’ ascesa che lo vede ora come uno degli artisti su cui puntare per ritrovare la via.

Crystal Republic è un lavoro diviso in 6 solchi trascinati da un’ossatura solida ma scarnificata, è una lunga scia dove il battito è cuore ed anima, e dove i synth trovano ampi orizzonti per fughe solitarie.
Nell’iniziale title track assistiamo a quella che forse è la marcia più rigogliosa del lavoro, fondata su una potente base ritmica e da un intervallarsi di piano, organo e bassline.

Mentre già dalla successiva “Laboratory” siamo testimoni di un progressivo assottigliamento volumetrico, una discesa in territori oscuri dove l’uomo seleziona pochissimi ma validi elementi per dipingere questo viaggio nel sottosuolo.
Qui l’attenzione è posta sul ritmo, un susseguirsi di carrelli ritmici, piatti e cassa, poi naturalmente un apparato melodico, bassline s synth, as usual, ma con la sensazione di trovarsi di fronte a due binari che viaggiano paralleli.

Ci sono pezzi che ti tolgono il respiro, succede, succede anche qui, nel pulsante battito di “The Glass Ceiling”, un posto che è il paradiso e vede gli angeli impegnati in celestiali ed eteree suonate.

Nella doppia versione finale di “Data” è scolpito invece il suo cuore, ventricolo per ventricolo, Data è un brano che stà nella grazia divina, unisce la dolcezza di una linea di basso scritta col sangue alla potenza di una drum machine programmata da Dio in persona rendendo di nuovo e di fatto lecita la parola House.

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