Dopo un esordio a dir poco incredibile, arriva il secondo volume della saga Truth, che, meglio precisare, ha lo stesso nome del primo, ed anche i brani in esso contenuti hanno gli stessi, identici nomi del precedente capitolo, facile perdersi dunque, diciamo che fa fede la data di pubblicazione, il primo nel 2009 il secondo 2010.
Au è il progetto del semisconosciuto Sven Rieger, da Berlino, uno che sa il fatto suo ci sembra di capire, perché centrare nella seconda release con la stessa carica qualitativa della prima non è cosa semplicissima, specialmente se ad esser chiamate in gioco sono sonorità difficili come quelle che ama usare.
Quattro brani, due lungometraggi da 11 minuti ciascuno che sono dei tunnel oscuri dove loop ridondanti, vapori accecanti ed un senso d’ansia incredibilmente reale ci guidano in profondità fin quando a colpirci è un groove acido unito ad una cassa ovattata cupa e malvagia. Una maligna track techno che prende il nome di “Trilogy”.
Nel secondo lungo tracciato la questione cambia leggermente, qui è presente un groove melodico che sin dall’inizio si insinua nelle tessiture del brano ed un grandioso giro di basso in sottofondo che pur rimanendo in sordina riesce a creare un bellissimo pattern sul quale si snoda poi l’intero brano, riuscendo a suonare drammatico e commovente.
Truth non è certamente un disco per tutti, di difficile utilizzo nei dancefloor, finirà nelle borse dei dj più coraggiosi ed intimisti mostrando ogni qual volta una bellezza ed un’intensità fuori dal comune.