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Single Reviews /

Okapi & Aldo Kapi Orchestra Love Him 1 e 2

  • Label / Belligeranza
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Oct 2009
  • Style /
  • Rating /
    10/101
Okapi

Anni fa girovagavo su un lercio blog che recava il nome di “Dothemongoloid”, mi appassionai, e cominciai a leggere avidamente tutto, post e risposte, che nella maggior parte dei casi finivano a bestemmie ed insulti vari. Era un po’ il paese dei balocchi, pieno di cose, argomenti che andavano dalla lotta al drum and bass ai papaboys o ancora a strani racconti su oscuri bar romani dove veniva servito nettare allucinogeno.
Non la faccio lunga, il blog chiuse, con una cermonia a suon di birra in un pub di San Lorenzo, e se l’ho citato, oltre ad esser sopraffatto dalla nostalgia, è perché è lì che ho conosciuto il nome di Økapi.

All’epoca stava per pubblicare il suo primo album solista, “Where’s the beef?” per la statunitense Inflatabl, attesi un po’ per averlo, ma questo tempo fù ripagato da una delle musiche più fresche ed articolate che ricordassi da tempo.
Seguì una ricerca spasmodica che portò alla luce tutto un microcosmo fatto di strani personaggi, colori stravaganti ed estetica retrò dal gusto inarrivabile. Questa sfera di luce aveva un luogo d’ascolto pubblico che si chiama Radio DD, una piccola radio online nata sul tetto dell’ Half Die Festival, dove una serie di artisti distribuivano deliziosi dolcetti elettronici in bilico perfetto tra ironia e sperimentazione.
Anche lì ci fù un punto di contatto che segnò l’apice del movimento, questo è senza ombra di dubbio lo show pomeridiano nell’edizione 2005 di Dissonanze, una delle esperienze più innovative che, l’ormai galattico festival, abbia messo in produzione.
La radio è ancora online con tutto il suo archivio storico, vi conviene fare un salto per capire bene di cosa parlo.

Tornando ad Økapi, venni a conoscenza del suo progetto dal nome Metaxu, diviso con un genio assoluto della sperimentazione italiana come Maurizio Martusciello, che diede vita a 3 album tra il 2000 ed il 2004.
Poi Filippo Paolini, questo il suo nome all’anagrafe, ha proseguito per la sua strada, facendo evolvere un personale concetto legato al taglia e cuci.

Ora arrivano questi due nuovi vinili pubblicati dalla –Belligeranza (costola downbeat di Sonic Belligeranza) che ci consegnano Økapi in una forma a dir poco smagliante, e subito veniamo sommersi da questo mondo fantastico dove la provenienza del suono è l’unica cosa che non oseremmo mai chiedere, per paura di doverci addentrare in un meccanismo più grande di noi.
In questa musica c’è semplicemente tutto, dalla fanfara dei bersaglieri alle registrazioni di poppate e musiche per tv di chissà quale anno.
Ok il solito minestrone spacciato per musica sperimentale penserà qualcuno, no, assolutamente, l’artista crea estetica per mezzo di frammenti, è tutto un percorso che ha a che fare col lusso, con l’istruzione e con le cose belle viste da occhi che non sono stati protagonisti, gli occhi di chi avrebbe tanto voluto.
E’ una musica che può avere un’interpretazione politica, raccontando sfarzi, stili e costumi associabili alle varie decadi della bella Italia, utilizzando un atteggiamento introspettivo, melodico e sognante, con una forma che per assurdo è pop.

Non vi dico altro, due dischi imprescindibili.

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