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Single Reviews /

Billy Love Melloghettomental

  • Label / Sound Signature
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Mar 2010
  • Style / ,
  • Rating /
    10/101
Billy Love

Se vi è capitato di ascoltare qualche recente dj set di Theo Parrish, avrete sicuramente capito quanto quest’uomo abbia la capacità di elevarsi fino a diventare Dio. Ulteriore conferma ne è senza alcun dubbio la sua discografia, in particolar modo quella legata agli ultimi anni, caratterizzata da un’acquisita maturità che definirla tale è alquanto riduttivo.
Uno spettro sonoro che servendosi della libertà del Jazz, dell’amore del Soul e delle strutture ritmiche dell’House music, ha riscritto quello che per certi versi possiamo definire il nuovo Soul di Detroit.

E’ raro trovare qualche release fuori posto da parte di Theo, è praticamente impossibile cogliere una poesia distante dall’asse nella sua musica e nelle scelte che è chiamato a prendere per la sua label, ed ormai siamo a livelli d’attesa furenti e spasmodici, pronti ad accogliere un nuovo Sound Signature come un verso del nostro autore preferito.
Una magia tutt’ora splendente ed intatta nella sua meraviglia, una passione coltivata per anni lasciando filtrare i raggi del sole da qualsiasi angolazione, permettendo quindi che questo portasse a maturazione un frutto che ha tratto nutrimento dalle sostanze più disparate.

Dunque eccoci al nuovo Sound Signature, un doppio vinile con in copertina il nome di Billy Love, uno che ha la voce intinta nel miele, uno di Detroit, quindi siamo sempre in famiglia, ed eccoci di nuovo in ginocchio, ad ascoltare una produzione dai tratti sublimi, coadiuvata in tutto e per tutto dal padrone di casa Theo, che ora più che mai cura il dettaglio in modo assolutamente maniacale, in un dipinto dove le sfumature rasentano la perfezione, concretizzando uno scivolo stilistico che trascina un suono dentro l’altro, con assoluta naturalezza.

Dodici minuti in un altro mondo che prendono il nome di “Can’t Keep Running Away”, con la voce di Billy ad avvolgere come un manto setoso una corazza di ritmo che è un incendio controllato, volano gli hit hat, brillano in lontananza le risonanze dei piattini, c’ è un piano che troneggia lussurioso, echi di trombe e sax, e quell’insana atmosfera da jam che Theo ci ha viziati ad attendere.

Poi l’accento si sposta ancor di più sulle fantastiche doti vocali di Billy, con una costruzione melodica che sembra esaltarle in un turbine di basso pavoneggiante e batteria in ascesa libera, questa è “U Bring Me Up”.

“Why Wait” accorcia i tempi dilatati dei brani contenuti nel primo vinile, in un tachicardico gioco di chitarra, voce e basso. Siamo dalle parti di Byron Stingily in attacco d’ansia, per un risultato che è un house music a tinte garage che soltanto immaginare d’ascoltarla in un club fa venire la pelle d’oca.

La title track saluta tutti con una serie di bagliori di piano, clarinetto batteria tromba sax, naturalmente voce e tanto di quell’eclettismo che dividerlo e distribuirlo ai più bisognosi sarebbe il regalo di tutta una vita.
Fa più di una preghiera.

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