E’ doveroso andare alla ricerca di info quando a presentarsi davanti è un sette pollici di questa portata.
Così esce fuori che dietro la sigla Xyramat si cela Dörte Marth, da Amburgo.
Musicista da quanto apprendiamo attiva sin dai primi anni ’80 nel circuito industrial sperimentale prima come membro dei “Devantgarde”, in seguito solista con il progetto sperimentale “Maat” che ha all’attivo 3 album.
Il 7” in questione non sarà certo passato inosservato ai più attenti technofili, se non altro per esser suonato costantemente da Cio D’or durante i suoi set.
Si tratta di due brani che devono moltissimo al passato industrial di Dörte, che in quest’occasione si concede una divagazione 4/4 che ci fa sfuggire l’appellativo techno in questione.
Nel primo lato troviamo “Korruption 1” brano ritmico con movenze distorte dove l’artista dà sfoggio di un invidiabile parco sonoro perso tra metalli, scricchiolii, plastiche ed ingranaggi. Le costruzioni accostabili ad alcuni passi di Monolake, perse quindi in un universo oscuro pieno d’inquietudine.
Xyramat introduce però l’elemento vocale, piccoli recordings stirati e sezionati che appaiono a più step accentuando notevolmente la tensione dei due brani.
Lato B per “Korruption 2”, incredibile track che parte con una cassa in lontananza accompagnata da field recordings. Man mano il battito arriva in primo piano mostrandosi in tutto il suo scheletrico splendore, intorno echeggia un nuovo campione vocale se volete ancora più dannato ed una serie di indefinibili rumori a grana fine.
Parliamo di un brano malatissimo che incrocia la techno grazie alla forma ritmica ma riesce a trasportare questa sua essenza in una dimensione sperimentale di altissimo livello dove a giocare la parte da “prima donna” sono questi suoni industriali modellati con un “estro melodico” a portata di dancefloor.
La cover è un vecchio dipinto del Borgo Santa Lucia di Napoli con il Vesuvio di fronte, altra straordinaria stranezza.