Mister Heinrich Mueller alla scoperta di nuovi talenti sui quali riporre il futuro dell’electro. Dopo la felicissima scoperta del nostrano Federico Leocata, approda in Spagna per sondare i fondali della Frigio Records di Juanpablo e porta in superficie questo incredibile disco degli ArD2.
Esiste qualcosa di più bello di un’ eccellente brano electro?
Prendete “Awakening”, lato B del disco, ultimo solco, spaccato autentico di vita. Pulsione sottopelle di atmosfera densa, melodia sintetica dirompente ed un uso della parte vocale squisitamente retrò ma non per questo privo di sorpresa. Un brano che potrebbe essere parte di una colonna sonora di una pellicola sci-fi con unico tema il futuro. L’electro è questo, ti prende dal basso, dallo stomaco, per poi salire irrorando il cuore e salire su fino al cervello, e qui stiamo ancora a farci le seghe se chiamare a suonare Villalobos o l’ultimo stronzo dubstep.
Poi c’è “2085”, un apparato ritmico ricchissimo e sfrontato ed un piano che segue con millimetrica precisione le percussioni portando tutta la melodia ad una velocità accecante.
“Inside The Rock” è fumo grigio e desolazione, un pianeta inesplorato dove vaga solitario l’eco di una voce vocoderizzata pian piano affiancato da una melodia di basso e da leggere scariche elettriche che saturano ancor di più l’aria.
Juan Pablo fa sua “Awakening” e la trasporta in un vortice di oscurità e synth taglienti, trasformando un sogno etereo e galleggiante in un vulcano in piena eruzione.
Mueller su “Inside The Rock” con tutta la sua visione scientifica e subacquea post-drexciya fa evaporare tutti gli originali fumi a favore di un deciso battito plastico ed un gorgogliante synth in primo piano, trasformando quella che era una distesa incerta ed informe in un attacco sonico in bilico tra Detroit e l’Olanda.
Ok l’ho recensito al contrario, dall’ultima alla prima, per me è così che dev’essere.