Una delle novità di questo fervido 2010 è il ritorno alla produzione su vinile di Stewart Walker. A distanza di due anni dalla tiepida uscita digital “Sandstorm” sulla sua etichetta Persona, ecco rispuntare lo yankee con il verbo minimal tatuato sulla pelle.
Tre tracce pregevoli che buttano tonnellate di ghiaccio fresco sul piatto di un’elettronica melodica ed armoniosa, con alla base un impianto ritmico più ricco e complesso rispetto a precedenti lavori del producer americano trapiantato a Berlino oramai da anni.
Ed è proprio “Scratched Notes”, traccia che nomina ed apre l’ep, che racchiude tutti questi elementi. Una cassa solida, una nota di piano estesa in perpetuo e su di essa leggeri e melodici solfeggi elettronici che si sovrappongono a vicenda creando un cammino perfetto per chi oltre al ballo è alla ricerca di un leggiadro viaggio sinfonico.
Segue “Shipwrecked”, e qui Walker fa un grande passo avanti. Impianto ritmico dub ed una corda che vibra ancora ma questa volta è la malinconia la prima sensazione che assale l’ascolto. Non sappiamo se il riferimento del titolo rimanda alle linee di basso dell’omonimo brano dei Genesis, ma di sicuro ci troviamo sospesi tra un cielo plumbeo, un mare color mercurio e l’immagine di una nave spezzata e corrosa dalla ruggine che cola a picco in una delle tante raffigurazioni visive possibili. Una traccia sensuale che ammalia e trasporta in un languido ballo della mente, melanconico ed eccitante allo stesso tempo. Pura armonia elettronica.
Lato B completamente occupato dai nove minuti di “Particular People”. Complessa ed estremamente ricca di elementi, possiede ossatura ritmica e frequenze questa volta più techno oriented. La tessitura elettronica è arricchita anche qui da tocchi morbidi ed armoniosi, rappresentati da fluttuanti arpeggi in delay, che sobbalzano su un giro di synth in sottofondo assimilabile ad una modulazione di bassline opportunamente strozzata. Trovata intelligente dato che, apportando quel sano appeal acid-techno, accompagna l’incursione di sonorità più crude e dirette generando un sublime effetto dance.
Probabilmente la miglior musica mai prodotta da Stewart Walker.