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Single Reviews /

Posthuman Syn Emergence

  • Label / Balkan Vinyl
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Sept 2010
  • Style / , ,
  • Rating /
    10/101
Posthuman - Syn Emergence

Questo è un disco che fa del bene, l’elemento di rottura. In questo periodo, potete vederlo da voi, siamo invasi dalla deep house, fanno tutti deep house, ci sono etichette che sono alla release numero mille ed ascoltare il numero 1 o il numero 899 equivale a sorbirsi la medesima rottura di coglioni.
Cercate qualcosa di diverso? Puntate dritti sulla Balkan Vinyl!

Una label nata proprio in quest’ultimo anno e da subito con un grandioso progetto diviso in 6 vinili ognuno di colore diverso. Il miglior progetto elettronico in assoluto per il 2010, ma su questo ci torneremo presto.

Quel che conta è la musica, e la Balkan ha deciso di uscire dagli stilemi che ci vogliono tutti pettinati e ben vestiti, impegnati in veri e propri balli di gruppo nei vari dancefloor del pianeta.
La Balkan ci propone i Posthuman, duo scozzese formato da Rich Bevan e Josh Doherty, con all’attivo già diverse release e numerosi liveset, tra cui una bomba pubblicata per la B12 Records dal titolo “Monsters And Vortices EP” e svariati pregevoli album per la loro Seed Records (la label del primo Antoni Maiovvi).

La loro impostazione sonora vede le basi nei primi ’90 inglesi, un freeform dove gli ingredienti venivano scelti ad ampio raggio, dalla techno al breakbeat, all’ambient, all’acid. Dove le macchine sono il credo e la creatività linfa. E’ così anche in questo nuovo doppio vinile dal titolo Syn Emergence, pubblicato in un futuristico packaging con picture disc e cd annesso.
Voluminosi ed incastratissimi beats aprono le danze (Brick Head) per sfociare poi nella techno targata Detroit vs the future (Eruder).
“Mobile Mast” esplode dopo un lunghissimo tappeto introduttivo per devastare poi ogni cosa a suon di techno fredda e minimale. In “Stockholm Syndrome (Part 1)” è di nuovo la furia techno ad uscir fuori, mettendo in evidenza synth grassi in atmosfera rave goliardica.
“Crone” è deep dove la maggior parte delle attuali uscite discografiche si mascherano tali, ti entra dentro e scava fino a trovare il fondo.

Una forza trovata in luoghi dei quali non immaginavamo più l’esistenza, brani che si insinuano, ti distruggono, ti fanno capire veramente d’esser circondati da piattume, da generalismo incontrollato.

Alla Balkan Vinyl lo sanno bene, e speriamo tutto questo serva a rigenerare arstisti e smuovere la melma che pian piano và solidificandosi sul mercato discografico.
Nel frattempo godiamoci i Posthuman.

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