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Raime Raime EP

Raime - Raime EP

La Blackest Ever Black si presenta così, spoglia dei suoi abiti, un corpo nudo tra le nebbie, un primo disco che è un omaggio all’oscurità ed all’inquietudine.
Provate a navigare tra i post del loro blog prima di immergervi nell’ascolto, questo vi preparerà sicuramente ad un suono che è la perfetta sonorizzazione dell’anticamerà dell’aldilà.
Un percorso a ritroso  negli ’80 meno ortodossi, tra quarci nella carne e sangue nero, innalzando all’altare sacrificale una musica che è eco per non mostrarsi in volto ed è sofferenza perché questa è l’unica strada percorribile.
Raime EP è un vinile con 3 brani di quelli che ti fanno continuamente guardare alle spalle.

Tutto ha inizio con i battiti sincopati di “Retreat”, una serie di profondi innesti percussivi su un coro medievale probabilmente captato in qualche sperduto convento della foresta britannica.
La luce qui è soltanto un lontano ricordo, e tutto si svolge in un cerimoniale fatto di tremori, pulsazioni ed angoscia.

“This Foundry” è un accelerazione ritmico/melodica che per il suo trattamento “spezzato” non possiamo non accostare all’opera dell’unico e solo Burial, stesso senso di desolazione, stessa angoscia in quelle movenze che seppur aritmiche, riescono ad essere assorbite in maniera fluida, nutrendoci di quel calore melodico che è fiamma nel petrolio.
“We Must Hunt Under The Wreckage Of Many Systems” chiude il conto servendoci una lettura dubstep scarna ed essenziale nella ritmica quanto viva e ribollente nel suo background ricco di microorganismi.
Un suono che ci racconta stati d’animo e vita vissuta, speriamo sia un primo segnale di una folta letteratura del male, perché questo primo capitolo è tra le cose più affascinanti udite quest’anno.

http://soundcloud.com/blackest-ever-black/raime-this-foundry-mastered

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