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Crotaphytus The Bite Of The Reptiles 2

Crotaphytus - The Bite Of The Reptiles 2

Ecco l’attesissimo secondo vinile per la Solar One Music, etichetta che seguendo electronique ormai dovreste conoscere meglio delle vostre tasche. Dopo il bellissimo esordio su plastica nera da parte del padrone di casa The Exaltics, segue, questa volta in un candido bianco vinile l’altro ariete molecolare Crotaphytus, che approfitta per dare un seguito al devastante primo episodio di “The Bite Of The Reptiles”, uscito solo su cd ormai 3 anni fa.

Le pulsioni del rettile diventano sempre più sotterranee, in una sperimentazione che continua a proporre intelligentissime soluzioni dark ambient unite all’aggressività dell’electro, fluendo ipnotiche come nelle sequenze industriali del brano d’apertura “Cnemidophorus Sexlineatus”. Come da manuale della Solar One, in ogni uscita si cerca di far compiere un salto in avanti all’electro, mantenendo vivo un messaggio che continua a brillare nonostante il periodo non proprio felice. Ma per certi generi, ci verrebbe da dire, i momenti felici non sono mai esistiti. E’ una lotta continua, che spinge gli artisti a descrivere il mondo con gli occhi di chi lo guarda da sotto terra, e qui Crotaphytus ci fa assaporare tutta la bellezza del nero in un brano visionario come “Plethodon Glutinosus”, autentica voragine con epicentro nell’ignoto nella quale trovano rifugio le anime dei dannati.

Vien quasi da sorridere nel veder girare il vinile bianco.

Sulla B-Side alcune memorie techno old-school vengono a galla in “Hydromantes Platycephalus” fin quando non emerge una scrittura melodica che trasporta il tutto in una strana dimensione electro dai connotati difficilmente definibili.

Mr. Pauli prende invece in consegna il brano d’apertura introducendo un interessantissimo giro di basso ed un serpente elettrico che tramutano il freddo ipnotismo dell’originale in un complicato viaggio per la mente. Bellissimo remix.

A chiudere, le fruste metalliche di “Coleonyx Variegatus”, una serie di bordate analogiche su basi ritmiche oscure che chiudono il discorso proprio in quella zona ipnotica che aveva dato il via.

La Solar One produce musica difficile per menti aperte, in ogni lavoro uno spasso di viaggio che finora, mai, ci ha delusi.