La Solar One Music riapre i battenti della sua sublabel Unhöerbar per dare alle stampe il primo dodici pollici che segue un oscura serie di Cdr electro sempre improntati sulla ricerca e sulla sperimentazione.
In questo nuovo progetto, completamente untitled, ci scaraventano addosso quattro brani techno nudi e crudi pronti ad incendiare ogni dancefloor.
Se sotto il profilo electro la label finora si era mostrata con un profilo molto cinematico e descrittivo qui vi troverete di fronte ad un opposto che bada in maniera impressionante alla funzionalità.
I brani hanno tutti un impronta minimalista e si avvicinano a certe produzioni detroitiane come quelle di Robert Hood su tutti, in una serie di grooves dal cuore funk ma dannatamente robotiche.
Nel primo take è proprio una girandola metallica a stringersi attorno al corpo techno anticipando l’entrata delle tastiere che con toni celestiali accompagna l’asfissiante loop per tutto il percorso.
Il secondo brano è una sorta di tribal techno futurista con le percussioni precisissime a srotolare un ritmo trascinante e seducente nella sua robotica e nei raddoppi da pelle d’oca.
B-side in pura estasi detroitiana con la velocità che tiene il banco di questa sferragliata sonica clandestina destinata ai set più hard.
Il quarto brano segna un ritorno della plasticità funk espressa nel primo lato con questi ganci metallici a supportare un ritmo sporco e pieno di vitalità.
Un grande esempio di techno minimale, un disco che sfruttando pochi elementi riesce ad essere coinvolgente e trascinante come solo la techno sa essere. In una fucina come la Solar One, dove le cose sono sempre state fatte con cura è obbligatorio aspettarsi lavori di questo spessore!