Andreas Gehm è uno dei migliori segreti tedeschi, uno di quelli che a veder bene non è né tedesco né di nessun altro posto, è semplicemente un cittadino del mondo, uno che con la sua musica è sempre arrivato lontano.
Lontano da facili interpretazioni od accostamenti, lontano dal successo, lontano dal poter essere identificato come parte di un movimento. Uno sperimentatore con il buon gusto per il groove, un musicista a volte controverso, specialmente quando ad esser chiamata in ballo è l’electro, ma quanti di voi sarebbero disposti a compromessi nell’electro? Ad ascoltare i rigurgiti giovanili scender a compromessi con l’electro significa ronzare in area Ed Banger o giù di lì. Ve lo immaginate un produttore che ha pubblicato i dischi più difficili di sempre su Bunker Records esser accostato a pattume come Uffie, Justice, Sebastian e via dicendo? Non sia mai.

La grande dote di Andreas Gehm è a mio avviso quella di sentire un impulso groovistico anche in stesure non prettamente dance oriented, imprimendo quindi una spinta elastica ad un suono che sempre più si modella intorno al verbo della 303.

Questa nuova fatica esce per la sua label Abstract Acid e và al battesimo con quattro micidiali brani in bilico tra acid sound e battiti house di chicagoana memoria.
Quattro missili pronti ad infiammare ogni pista ed anche i cervelli più restii grazie a delle dinamiche mutanti che sovvertono anche il senso del pudore più ostile, catapultando il vostro culo direttamente in centro pista.

E’ tempo di cominciare a prendere le distanze da tutta la merda che vi viene propinata, eccovi un buon motivo per iniziare.