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Single Reviews /

Zodiac Free Arts Club Floating World

  • Label / Permanent Vacation
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Aprile 2011
  • Style / ,
  • Rating /
    10/101
Zodiac Free Arts Club - Floating World

Da troppo tempo la Permanent Vacation mancava l’appuntamento con l’album, o meglio, da troppo tempo mancava un album di questo livello, dai tempi di Woolfy vs Projections diciamo. L’estate ormai alle porte invece vedrà i propri tramonti scaldati dalla musica dello Zoodiac Free Arts Club, progetto che vede le fondamenta nei tardi anni ’50 a Berlino, un luogo da sogno fornito di ogni tipo di strumento musicale lasciato suonare liberamente a tutti i frequentatori del club.
Progetto in qualche maniera rimesso in vita da Argy, artista greco già messosi in luce su label come la Poker Flat, la Versatile, Ibadan o These Days, che nel 2010 ha “aperto” il suo studio ad amici artisti riuscendo a metter in piedi una serie di jam session che si sono poi trasformate in questo stupendo album subito messo sotto contratto dalla Permanent Vacation.

Le coordinate sono quelle del passato teutonico più psichedelico e cosmico, riferimenti quali Ashra Tempel, Tangerine Dream, Klaus Schulze, Vangelis, Neu! e Popol Vuh sono fondamentali per comprendere la cifra stilistica di questo disco stampato grazie a Dio soltanto su vinile.

Tutto è proiettato in questa dimensione caldissima e rilassata dove il suono della chitarra è il leit motiv che lega a sé tutti gli altri strumenti in una serie di gemme baleariche raffinatissime. A spianare la strada è l’iniziare “Celephasis”, un brano dove gli accordi si dipanano all’orizzonte creando un’oceano sonoro quasi impalpabile animato in sottofondo da un synth ribollente che non dà tregua.
Da questo momento in poi tutto assume le coordinate del “viaggio”, a partire dalla successiva e stupenda “N.A.O.E” per arrivare sino all’oscurità di “Floating World” gli Zodiac affrontano molteplici declinazioni sonore senza abbassare mai la guardia e senza, soprattutto, concedersi a facili rivoli commerciali. In “Lindos Express” ci troviamo addirittura catapultati in qualcosa che per oscurità e potenza può esser paragonata ad un soundtrack horror.

“Sonntags in Altona” libera il ritmo per mezzo di batteria e chitarra senza disdegnare l’elettronica che comunque alberga un po’ in tutto il disco, “Ordre Du Temple Solaire”  e “Meteora” sono due raccordi brevi quanto intensi ed evocativi e proprio Meteora ci accompagna verso un brano del calibro di “Floating World” che raccoglie i vari elementi chiamati in gioco proponendo tra l’altro un giro di chitarra assolutamente trascinante che sarà un elemento simbolico e di riconoscibilità del disco stesso.

Se avete amato “The Astral Projections Of Starlight” questo saprà rubarvi altrettanto l’anima.

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