Andy Stott ha sempre dimostrato di essere un passo avanti, mantenendo una costante produttiva sempre incentrata su un pensiero groovistico piuttosto cupo e lineare che rispecchiava in pieno l’onda intrapresa dalla Modern Love.
Entrare quindi a contatto ora, con questo nuovo LP è un’esperienza assolutamente shockante in quanto Stott sembra discostarsi in maniera netta da tutto ciò che è stato fin’ora. Intendiamoci, è palese come l’approccio dub e techno rimanga una solida struttura sulla quale la sua musica continua a serpeggiare, ma in questo “Passed Me By” avviene una metamorfosi compositiva che definirei di rottura.
Qui si scava a mani nude nel terreno, penetrando con forza senza badare alla dolorose, sanguigne conseguenze del gesto, quel che c’era di lineare inizia quindi ad assumere le forme frastagliate di questo movimento. Diciamolo così, Andy Stott sta compiendo un viaggio a ritroso che partendo da un’iconografia super accessoriata e tecnologica si dirige verso le radici, spogliandosi del superfluo e perdendo quella che può esser considerata una logica narrativa di un disco.
Passed Me By è composto di musica primordiale e per questo molto più vicina al cuore che alla mente, i suoni contenuti nel disco aggrediscono l’ascoltatore, investendolo con una forza volutamente incontrollata. E’ una potenza dub graffiante quella che si libera dal basso liberando vibrazioni spossanti come nel caso di “New Ground” e “North to South”.
La meraviglia è poi un’altra, ciò che guardando spudoratamente indietro doveva per logica diventare semplice qui assume livelli di complessità incredibili, a partire dalle ritmiche fino ad arrivare alla sovrapposizione di pads, rumore grezzo, vocals, bassi e melodie.
Se esiste al momento una forza evocativa pari all’espressione di questa musica è sicuramente quella di un altro personaggio chiave dei nostri giorni come Shackleton, meritevole se non altro di aver rivoluzionato guardando al futuro la concezione stessa del ritmo.
Due forze parallele quindi che sostengono uno sviluppo delle dinamiche legate alla musica elettronica rivolgendosi con uno sguardo crudo, ruvido e se volete crudele verso il passato, rielaborando il suono a partire da input primitivi per poi sconvolgerli e colmarli del loro innato talento.
Se con i dischi di Shackleton si era partiti da un asse nativo più legato alla dubstep, con Andy Stott ci troviamo di fronte all’impeto house e techno scarnificato e reso forma nuova. Un approccio sicuramente ostico che non potrà non meravigliare quanti credono fermamente nella sperimentazione come atto dovuto per lo sviluppo delle cose.
Abbandonate il corpo e la mente per lasciarvi rapire dal battito travolgente di Passed Me By.