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Single Reviews /

Vagon Brei Destiny

  • Label / Further Records
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Agosto 2011
  • Style / , ,
  • Rating /
    10/101
Vagon Brei - Destiny

Vagon Brei è un talento vero, lo si era capito sin dall’esordio sulla Strange Life Records di Legowelt con quel Asturias Tierra De Leyendas che rimane uno degli album più interessanti del catalogo.
Se ne accorge anche la Further Records, label serissima che da anni pubblica lavori di nicchia su formato cassetta e che da qualche tempo è approdata al vinile inaugurando con un disco superbo come ”K” di Donato Dozzy.

Faccio subito una premessa, purtroppo la qualità della stampa del vinile perlomeno per le release in mio possesso è assai scarsa, Nel doppio di Donato una serie di problemi sulla primo brano (uno tra i più belli tra l’altro), in questo di Vagon Brei un’intero lato pieno di fastidiosi scoppiettii che vanno ben oltre la “croccante bontà” del vinile, come qualcuno ha deliziosamente definito riferendosi ad altri dischi.
Fatto purtroppo confermato dalla stessa Further che in un post sul forum Robots for Robots spiega i motivi del disguido e prega quanti in possesso di queste copie di contattarli.

Spiacevole incidente che non incide pero’ sulla natura dell’album che rimane ad avviso di chi scrive come uno dei più bei vinili pubblicati in questo anno.
Un viaggio attraverso mondi techno filtrati attraverso uno spettro ampissimo che raggiunge incredibili sensazioni ambient e corpulenti vagiti electro.

Il brano d’apertura da solo vale l’acquisto, un messaggio spaziale con l’organo in primo piano ed un raddoppio di pianoforte a suggellare una vetta che racchiude in sé oltre trent’anni di musica.
Un primo lato che naviga nell’oscurità trascinandoci con i primi tre brani nei luoghi più oscuri del suono ambient, tretri e malvagi come solo i demoni sanno essere.

Sale il tono con l’electro intergalattica di “Living In Destiny” tutta loop e nebulose.
Chiude quello che al momento è uno dei più bei brani dell’anno corrente: “Another Day In The Space”, una fuga in 4/4 tra asteroidi, buchi neri, comete, memorie d’infanzia, commozione e lacrime. Un brano che vale una vita intera.

La b-side apre con un’altra grandissima interpretazione cosmica come “Look that star”, brano electro lento ed ipnotico dove i synth malinconici costruiscono una narrazione struggente e caldissima.
“Lost Temple” è una corrosiva progressione ambient che rivela tratti d’acidità stilistica imperdibili per i fan di certi tagli ossessivi su brani puramente mentali.

“Rise Of The Frost Queen” è quello che oserei definire un brano electro-techno con le palle vere, un battito dapprima lento sormontato da partiture profonde e demoniache, poi l’attacco del ritmo regolare, una parata di synth, ancora lame, falci stregate ed orrori al rallentatore, ti trascina in cielo con suoni che non hanno mai visto la luce.

Vagon Brei è uno di quelli che conosce la verità. 

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