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Single Reviews /

Kuba Sojka Mysterious Intrigue

  • Label / Mathematics Recordings
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Agosto 2011
  • Style /
  • Rating /
    9/101
Mysterious Intrigue

Le poche informazioni che si riescono a reperire su web ce lo danno come un musicista polacco, dalle foto sembra anche molto giovane. Parliamo di Kuba Sojka, arrivato al pubblico che compra i dischi per mezzo della Mathematics Recordings, label chicagoana fatta girare da quel fenomeno di Jamal Moss.

Parallelamente scopriamo l’esistenza di un suo progetto collaterale dal titolo Psi-Acoustic con il quale sperimenta soluzioni dub techno ed ambient fin’ora soltanto in formato digitale.

Per la Mathematics invece il debutto è in grande stile, con un primo 12″ pubblicato lo scorso anno contenente quattro brani che già evidenziarono un’ottima capacità compositiva oltre che un’abilità nel destreggiarsi con vari generi musicali.
Segue ora questo album pubblicato sia in doppio vinile che in formato cd anch’esso doppio e contenente ben nove ulteriori brani, insomma un doppio album.
Noi disponiamo del doppio vinile, quindi dei soli nove brani che danno il titolo all’album: Mysterious Intrigue.
Un disco sontuoso, classico, una dimostrazione di maturità che tocca gli angoli più remoti della musica dance, partendo con un downbeat perso tra atmosfere R’n’B e vocalizzi soul raffinatissimi ad opera di Paulina Pedras, atmosfera che vira in strumentale nella successiva “Here Comes The Sunshine” con il pianoforte a dipingere sogni a tinte pastello.

Il jazz e l’R’n’B’ devono aver sicuramente forgiato l’artista che facendo tesoro degli insegnamenti è riuscito a riversare il tutto in una formula house che può esser tranquillamente vissuta fuori dal club. Con questo non voglio però dire che manchino episodi dedicati, tutt’altro, in “Magical Trumpeter” per esempio esce fuori una vena Chicago molto profonda che unita al piano ed alla tromba dà vita ad un saggio house vellutato e notturno. Ed è ancora “Do Not Be Afraid” a scendere in profondità con un affondo ritmico/tribale ed il pianoforte ancora ad inseguire questa selvaggia atmosfera portata in cielo da un’angelico coro.

Non bastasse, ci conduce nel versante acido della città del vento con due tributi importanti come “Metropolis” e “I Can’t Stop (acid mix)”, il primo ad accarezzare la corrente con un ibrido perfetto tra tecnicismi europei e melodia old school, il secondo con una solidissima trax che punta diretta alle fondamenta dell’acid house e vibra lisergica in ogni direzione.

This is house.

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