Nigel Rogers (Perseus Traxx) e Craig Stanton (Acid Phreex, Myriadd) ovvero i due producer europei più vicini all’anima di Chicago in un supergruppo titolato Nite Vision, che per l’esordio ci regala un album in doppio vinile pubblicato dalla Boe Recordings, giovane label londinese già portavoce di un suono Acid House con rifiniture moderne.
I due assi confezionano nove canovacci house che viaggiano nel sottosuolo circondandosi di sub-bassi caldi ed avvolgenti e da roboanti bassline tenute con forza dentro una struttura deep che sarà poi il leitmotiv dell’intero lavoro.
Tutto è chiaro sin dall’iniziale “What Is And Has Passed” che inizia in un memorabilia chicagoano di fine ’80 per poi lasciar spazio ad un montante acido e ad un synth perverso che salendo dal basso modifica lo status traxistico in un mantra horror per i dancefloor più oscuri.
“The Shadows Cast By Tomorrow” è pura deepness con i suoi voli di synth ad oscurare i cieli e quel senso di sacralità nelle melodie che nei primi anni ’90 ha acceso numerosi fuochi anche nella bella Italia. Do you remember MBG?
Rogers e Stantos dimostrano di avere un’innata capacità di sintesi che permette loro di assemblare un circo di suoni limati alla perfezione che ben si adattano al formato album, che in questo caso mette in luce una splendida coesione tra i vari brani.
Già nel terzo brano, “New Dawn” abbiamo un saggio di questa mistura, una scrittura deep con inserti piano-house morbidi ed evocativi sorretti dallo sciamanico volo delle basslines che arredano la stanza ora con soffici sete ora con velenosi lampi di luce.
“The Chosen Path” scende nelle sicure dell’house con la sua linea di basso semplice e profonda ed i suoi reverberi elettronici che chiudono il cerchio intorno alla stanza elettronica perfetta. Le tastiere che intervengono a metà brano completano il kit per il vostro viaggio mentale.
Now Is The Time ha quello speciale merito di suonare come un album house perfetto anche per l’ascolto casalingo, le sue scritture infatti si prestano ad una sorta di forma canzone dai toni dolci e sognanti, caratteristica che probabilmente creerà una sorta di selezione naturale tra i djs che sceglieranno questa musica per i propri club. Un disco riservato sicuramente a selezioni accuratissime che poco badano alla quantità.
Ogni brano presente è un viaggio nella mente e nell’anima dell’house con un filo che lega le memorie storiche alle più moderne e “viaggiose” concezioni deep house. Prendete un brano come “Memories of the future” con quel giro di tastiere old school che apre il tutto e man mano cede il passo a scritture più articolate ed armoniose, un esperimento riuscito alla perfezione che unisce le visioni minimali del “Jackismo” con più evolute forme di scrittura. Una scommessa persa in partenza quella di sentirla in qualche club.
La successiva “Valley of Dream” sembra il naturale proseguimento, una spolverata di rugiada elettronica ed un groove profondo che riprende i toni della precedente chiusura, il battito in 4/4 (onnipresente nel disco) a sincronizzarne le movenze in quella che senza alcun dubbio può trasformarsi nella danza psichedelica per eccellenza.
Un doppio vinile così è una manna dal cielo.