Boris Bunnik, alias Conforce, torna sugli scaffali con ’24 EP’ stampato su Clone Basement Series.
Qualche mese fa ci eravamo dedicati al suo noto album ‘Escapism’, lavoro di indubbia qualità a cui mancava però quel ‘quid’che gli avrebbe permesso di restare impresso nelle menti e nelle orecchie per gli anni a venire.
Il talento olandese, in questa nuova fatica, se da una parte non si discosta troppo dal timbro dub che ha sempre impresso nei suoi dischi, dall’altra sembra voler riprendere ed approfondire il viaggio nel territorio techno dancefloor oriented, iniziato con l’ep ‘State of Mind’ uscito sulla medesima label proprio un anno fa.
Si parte con ‘Grain’ in cui a far da padrona è una cassa martellante in controbattuta ad un percussivo campanello digitale, il tutto arricchito da synth analogici e vocal spettrali. ‘Be There at Night’ è al contrario dal ritmo più cadenzato, ma non per questo meno energico, scandito da stab intermittenti, si potrebbe tranquillamente scambiare per una traccia di Mike Dehnert.
Si cambia ancora registro nella traccia ‘24’ dove forse è più riconoscibile il gusto di Mr Bunnik per il dub, dunque una cassa più piena e calda, synths e hi-hat che irrobustiscono l’andatura senza renderla cavalcante. Last but not the least, il brano a mio parere migliore dell’ep, ovvero il remix di ‘24’ di Gesloten Cirkel, che aggiunge un flavour sensuale con dei favolosi vocal femminili ovattati e quel beat sporco che se non vi siete persi il mostruoso Moustache Techno Series, riconoscerete sicuramente.
In sintesi un disco veramente eterogeneo che offre diversi spunti sonori e che sicuramente risulterà utile ad un ampio spettro di dj. Vale però il discorso fatto per ‘Escapism’, pur essendo ampiamente sopra la media di ciò che troviamo ora nel mercato, non ce lo ricorderemo a fine anno quando dovremo stendere le classifiche riassuntive.