I primi segnali c’erano stati con gli incredibili remix per Raiders Of The Lost ARP, due interpretazioni sublimi che aprivano le porte dello spazio con mirabile senso d’appartenenza.
Adesso abbiamo il proclama definitivo, Ruud Lekx è tornato!
Stiamo parlando di un musicista con qualcosa come otto album alle spalle ed un infinità tra Ep, remix, compilation ed altre forme comunicative. Un artista che non è mai e ripeto mai sceso a compromessi con nulla, figlio e parte di quel movimento olandese radicato nelle profondità dell’underground, quel crepuscolo dove ogni cosa viene smembrata e colta nella sua essenza. Rude 66 (questo il suo pseudonimo più conosciuto) ha sempre proposto soluzioni dure, rapportate a quella che è la sua discendenza, ovvero il suono oscuro del noise, dell’EBM e della wave degli anni ’80. Generi che ci ha fatto conoscere ed apprezzare in pieno anche nello splendido podcast realizzato per electronique.it ormai quattro lontani anni fa.
Jagdstaffel 66, eccolo nella sua nuova reincarnazione, un dodici pollici con cinque brani per la Crème Organization dal titolo Starfighter, vinile trasparente ed al solito la superlativa grafica di Mr. Godspill.
Il decollo prende il nome di “Nur Die F104”, si parte dal basso, con i motori a scaldare pian piano una macchina rimasta troppo tempo in sordina. Non si fa attendere la cassa, rotonda, profonda e pressante, poi inizia a venir fuori tutta una serie di suoni ed atmosfere che chiudono il cerchio intorno a quello che possiamo definire il passo in avanti dell’acid tutta.
Il bassline a flirtare con ambientazioni gotiche, la voce che trafigge tutto con i suoi ruvidi effetti, il groove caldo ed armato di un corredo dance che solo la sensibilità di un outsider come Ruud sa spianare in questa maniera.
Il concept è chiaro, viaggiare nello spazio e farlo ballando.
“Grossenwahn” continua proprio dalla modulazione del bassline impresso in un sound design ambient cavernoso ed incredibilmente seducente. Un brano che ha un crescendo travolgente che vi imprigionerà nelle idee di una delle menti più avventurose dell’ultimo decennio.
“Nachbrenner” è ancora di più, un brano techno/electro che strappa una una di quelle melodie secolari di cui è stato sempre tra i primi della classe, inutile anche continuare a descrivere, vi basteranno quelle intonazioni grasse e melodiose incastrate dalla mano divina.
Con “Alle Piloten” riemerge la corrente acida, sempre in competizione/equilibrio con il vocal e la programmazione ritmica minimale ed efficientissima, una morsa che vi stritolerà nel bel mezzo del dancefloor!
L’apice è anche la fine, un brano atmosferico smarrito tra le nebulose, il tamburo ed i piatti ad improvvisare cavalcando uno scenario denso e fumoso che crea smarrimento.
Quante volte avete avuto voglia di un disco pronto a coniugare la dance con la materia d’ascolto, magari con delle strutture complicate, dei riferimenti al passato che non sanno di vecchio e quel traino che può soltanto farvi sognare il futuro?