Anthony “Shake” Shakir rimette mano ad un passato neanche troppo lontano con il progetto Da Sampla, lo fa procurandoci senza mezzi termini un’indigestione di classe che rapportata all’house music è sinonimo di “primo della classe”.
Ci aggredisce, costruendo un groove irresistibile alla sua maniera, ovvero armando le fondamenta con tondini di ruvido acciaio mentre per i rivestimenti una rifinitura deep di prim’ordine. Detroit o Chicago? Difficile dirlo, veramente, “Shake” muove sul filo del rasoio in una creatura dalla portata ritmico/melodica importantissima.
“Pursuit Mix 3” è furore vero, tutta la potenza dell’house e della techno al servizio di un brano a suo modo oscuro e viscerale che spadroneggia tra mille bordate ritmiche tagliate in maniera differente.
Il secondo mix è una versione slow-motion (ma neanche troppo) del Jeff Mills più houseggiante, con il funk a capolino tra le pieghe di un synth mandato amorevolmente in loop. La cassa intanto martella con durezza. Zero superstiti.
“Over” corre incontro alla techno con un apertura solo-cassa che detta la legge nei primi secondi, prima dell’ingresso di un giro di chitarra elettrica funky che fa sorgere il sole anche dentro un scantinato, ok non era techno, è il grido dell’house, è garage, è Shake! Funk nell’anima e nel corpo.
Corpo funky che ritroviamo velocissimo anche nella chiusura di b-side con la stratosferica “Track4” che oltre a segnare la chiusura del dodici pollici rafforza quel concetto raw minimalista anche nei titoli non troppo curati in piena epopea chicagoana.
Sul sette pollici troviamo due locked groove e due brani. Lato A per la sperimentazione Brazil di “GJ”, roba da appassionati veri, da immigrati a Detroit. Sul secondo lato un brano sperimentale in chiave dub immagino figlio di una contorta visione dell’universo dance.
Il dodici è stellare, lo mettete su ed esplode il mondo.