La L.I.E.S. è senza alcun dubbio una delle etichette più in forma dell’ultimo anno, tra le sue qualità quella di non essersi fossilizzata nel territorio che è servito a lanciarla e renderla “famosa”. Infatti il raggio produttivo della creatura di Ron Morelli si è spostato dall’House music dei primi numeri fino alla techno, con risultati sempre originali ed al di sopra della media.
Dopo una incredibile serie di dodici pollici ecco quindi arrivare il primo album, un doppio vinile dallo sconosciutissimo Jahiliyya Fields (creditato come M.Morandi sul centrino), e, per la prima volta, un registro che prende le distanze in maniera radicale dal dancefloor e di conseguenza da tutto quanto pubblicato finora.
Unicursal Hexagram, questo il titolo del disco, è un album sperimentale basato sulla manipolazione dei synth e sulle atmosfere acquatiche dell’elettronica tedesca del periodo d’oro, qui riproposte con grande caparbietà attraverso una serie di brani che in realtà spostano il loro asse di volta in volta in direzioni diverse.
C’è tutto un riferirsi continuamente a sonorità etniche, varianti industriali, melodie sconnesse che è in tutto e per tutto il fascino di un album altrimenti destinato ad accodarsi alla referenzialità di turno.
Jahiliyya Fields invece osa, aprendo con una melodia mediorientale ornata di dreni, ronzii metallici e odori speziati, lasciando intendere una vicinanza intellettuale con i vecchi compositori elettronici, ma anche una spinta in avanti attraverso modulazioni più dure che sembrano andare al servizio di certa materia noise/industrial di ultima generazione.
In tutto questo riesce a vincere comunque un anima equilibrata e sobria che riesce a far convogliare tutti gli elementi in un linguaggio che riesce a comunicare in maniera molto diretta, evitando autocelebrazioni e masturbazioni varie tipiche degli sperimentatori avventati.
Vi troverete a viaggiare quindi dentro onde sinuose che vi faranno letteralmente galleggiare in un suono rotondo ed evocativo, ma non solo, sarete scossi da forti strattoni che sapranno investirvi con la loro potenza regalando al flusso momenti di disordine molto graditi.
In almeno un paio di brani: Ocean Mom e White Cabbage il rischio di giocarvi quel che resta del vostro cervello è garantito, non abbiate paura, abbandonatevi.