L’Olanda scende di nuovo in campo con il suo segreto migliore, Newwordacquarium riprende a centellinare le sue attività uscendo allo scoperto con la sua nuova etichetta discografica, la Indische Buurt che si presenta con un biglietto da visita dirompente.
A siglare infatti la prima release è un’altro gradito ritorno, quello di $tinkworx, qui con la ragione sociale JT Stewart che è poi il suo vero nome.
Tanto per ristabilire l’ordine diciamo anche che il progetto $tinkworx va considerato come uno dei più audaci e riusciti esperimenti di commistione tra techno e sonorità disco, in un album come Ain’t-Chit History uscito per Delsin nel 2004 è riscontrabile questa traccia stilistica. Ma realmente, parliamo di un artista totale, capace di esprimersi tanto con l’elettro, quanto con l’house, la citata disco ed altre influenze ancora. Un artista mai giustamente considerato ma artefice di molti dischi di qualità indiscutibile.
Per il debutto della Indische JT confeziona due brani electro/techno malatissimi.
Si inizia con “Krill” sul lato A, brano introdotto da un malvagio lamento iniziale sul quale si scatena di li a poco l’inferno. La cassa batte lenta e regolare in una sorta di techno infernale dai bpm bassi ma pieni d’odio. Sul fronte si scatena una guerra sonica fatta di mille sovrapposizioni, innesti lisergici ed odori industriali, un brano che libera tutta l’energia degli inferi.
“SWFYSU” è il nome del secondo brano che sale man mano in un turbine acido circolare mentre la carcassa ritmica già fa il suo sin dalle prime battute. Anche qui l’atmosfera è quella di una guerra giocata in sordina, un armamentario nucleare sempre lì sul punto d’esplodere in un continuo tira e molla di tensione che va dall’inizio alla fine del brano.
Ora però ci aspettiamo grandi cose, sia dalla Indische Buurt che da JT Stewart.