Di questo Rødhåd e del suo 1984 EP sappiamo veramente poco per non dire nulla, tantomeno della label, Dystopian, alla sua prima uscita.
Viene da dire per fortuna, nel senso che non è uno di quei digital promo package corredato da qualche bella storiella sull’artista e sull’ep, ma resta solo e soltanto un vinile (almeno per ora).
Se volete comunque approfondire potete trovare qui il profilo soundcloud dell’artista e dell’etichetta.
Nonostante la carenza di informazioni, valeva la pena però menzionarlo se quel che conta è la musica, perché ormai di dischi che meritano attenzione nella sezione ‘techno’ dei vari shop ne restano davvero pochi, e questo è sicuramente uno di quelli.
Apre ‘Newspeak’ che se non fosse per una ritmica un po’ più dolce, potrebbe essere tranquillamente scambiato per un brano di Robert Hood (quello di qualche tempo fa): i synth metallici sono quelli, la cassa non è debordante, ma per iniziare a scaldare l’atmosfera è perfetto.
‘Entering 101’ vira decisamente verso atmosfere più dark techno: non siamo in 4/4 pieni, piuttosto attorno ad un ritmo spezzettato ma tagliente, si sviluppano sospiri sonori oscuri ed un allarme sinistro; sicuramente il brano più interessante del disco. Infine ‘Thoughtcrime’ (e forse si capisce perché la label si chiami ‘Dystopian’, vedi George Orwell) che pur essendo una traccia ben fatta, ricalca un po’ quella dub techno che ormai i vary Markus Suckut, Edit Select, Samuli Kemppi ecc. sembrano produrre in serie cambiando qualche virgolina e che francamente inizia un po’ a stufare.