Dopo il primo capitolo della serie “The Exaltics meets” dove l’artista tedesco è apparso al fianco di Gosub in un vinile che ha come al solito messo in chiaro chi sono i padroni dell’electro ecco tornare The Exaltics con il secondo episodio illustrato dalla perversa mente del designer Duncan Mattocks.
Questa volta a far compagnia al padrone di casa troviamo il duo finlandese che più di tutti è riuscito ad inserirsi nel panorama elettronico con produzioni assolutamente avanguardistiche e tese al futuro, ovvero i Morphology.
Una nuova avventura quindi che rafforza in maniera considerevole la portata di una serie di vinili destinati a rimanere nella storia.
Come al solito parliamo di due brani ciascuno, i primi due ad opera di The Exaltics, i secondi (lato B) per Morphology.
Entriamo così nel vivo del disco con “Changing Things”, un poderoso brano ritmico con cassa e rullante a dividersi i tempi spezzati in una costruzione irreprensibile. Le tonalità oscure provenienti dai synth cercano la melodia trovandola nel profondo, in un evocativo scambio di note che si snoda verso l’alto accompagnato da una sorta di inquietante carillon.
“Quiet Hearth” è ancora più tenebrosa, con un suono percussivo che evoca gli inferi mentre una bassline distorta si fa spazio dal basso cercando un immaginaria via d’uscita e trovando sul finale un’apertura pur sempre soffocata. La verità è che il brano rimane immerso in torbide acque senza mai lanciar segnali di speranza.
Lato B per Morphology quindi che aprono con i suoni ultra-tecnologici di “Neural Network”, brano che mette in luce tutta la loro classe nel gestire materia futuristica che risponde alle dinamiche di una programmazione ritmica intricata e potente ed alle sfuriate di un basso che gratta la superficie portando alla luce un apparato sonoro pieno di toni e luci.
“Stochastic Resonance” è un turbinio di battiti sotterranei che sembrano rimbombare in una stanza vuota mentre i rotori del basso iniziano a scaldarsi e ad emanare un suono grigio e di nuovo graffiante. Come per The Exaltics, il secondo brano sembra puntare alle profondità con una ricerca che mira a sondare il lato più oscuro dell’elettronica.
Al momento, in questo “club” si suona l’electro più bella del pianeta.