Vorremo sempre recensire artisti nuovi e sconosciuti oppure neo nate label ideate da qualche giovane prodigio, ma quando vengono alla luce prodotti di qualità come l’ultimo ep di Frak, vale la pena ripetersi, nonostante ci fossimo già ampiamente occupati sia del quartetto svedese, sia della norvegese Sex Tags Mania, sia di Dj Sotofett, in veste di remixer per questo ventiquattresimo capitolo.
Si perché in questo particolare momento storico abbondano ragazzini che fino al giorno prima sfornavano tracce con Ableton ed un paio di VST, mentre ora si sono comprati le macchine analogiche e sono convinti di fare traccioni oldschool house, che sono in realtà brutte copie di Todd Terry con 25 anni di ritardo. Credo sia allora il caso di mettere in risalto chi con le macchine analogiche ci ha sempre lavorato, e nonostante faccia musica dal 1987, come è il caso di Frak, riesca a produrre un suono dal sapore certamente oldschool, ma i cui tratti di modernità ed innovazione sono evidentissimi.
Questo “Börft EP” prende il nome della medesima label su cui, sul finire degli anni 80, i Frak sfornavano album electro-experimental in formato cassetta.
Qui ovviamente trattasi di un 12 pollici (e solo quello troverete dato che la Sex Tags Mania è una delle poche label rimaste che tollerano solo il vinile) e contiene 4 tracce, tutte untitled, in bilico tra techno ed acid house. Lato A che presenta un synth acid che sul primo brano viene srotolato su una ritmica semplice e dritta, mentre nel secondo è accompagnato da un ruvido beat intermittente.
Lato B più techno, non tanto nei bpm che restano sempre molto bassi, quanto nelle sonorità: primo brano che è al 90% retto da un groove pieno e ruvido con lievi inserti di batteria elettronica, mentre nel successivo remix di Dj Sotofett la cassa si sgonfia per lasciare spazio ad atmosfere molto scure dal sapore tipicamente ambient.