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Single Reviews /

Legowelt The Paranormal Soul

  • Label / Clone Jack For Daze
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 11/2012
  • Style / ,
  • Rating /
    10/101
Legowelt - The Paranormal Soul

Legowelt è tutto. E’ vero, i dinosauri sono cresciuti ascoltando le sue acrobazie electro, immaginando il nerd appiccicato alle macchine e meravigliandosi ogni volta di quanto cazzo fosse bravo. Ma Legowelt ha saputo sempre stupirci, è una figura legata tanto alle cinematiche atmosfere electro più colte e discriminatorie quanto a forme musicali più popolari e dedite ad un istinto più animalesco ed umano, il ballo. Attraverso i suoi venti e più pseudonimi, questo cavaliere solitario ha emanato ogni sorta di forma, plasmando il suo suono a tutto tondo, lasciandoci intendere che un vero appassionato musicale può aver visione totale e regalare emozioni ai quattro angoli del mondo.

Legowelt è cresciuto insieme a noi, è cresciuto insieme al mercato musicale, ai fasti ed alle austerità che ci ha riservato, ne è diventato artefice ed anche operaio, si è calato nel ruolo mettendoci la faccia, diventando musicista e discografico, ed anche qui sono state gioie e dolori, perché se da un lato abbiamo tutti amato quegli album che osava pubblicare sulla Strange Life Records, dall’altro continuiamo a disprezzare profondamente la scelta dei CD-r stampati male che a prescindere abbiamo pagato.

Di carne al fuoco ce n’è molta, potrei star qui a parlare all’infinito, e questo è il primo dei motivi che ci dovrebbe far riflettere, perché se c’è da parlare vuol dire che c’è stato lavoro, si è fatto. Ecco perché Legowelt è tutto.

Questa introduzione perché l’aria è densa e frizzante intorno a questo lavoro che rischia di essere l’operazione mediatica più importante intorno alla figura di Danny Wolfers, la stessa Clone per voce del suo fondatore Serge si appresta a definire Paranormal Soul come l’album più importante dell’anno per la loro produzione.
Importante, un termine che si ripete, cerchiamo di capire allora cos’è successo.

Dopo anni di gesti estremi, rielaborazioni personali che hanno toccato di striscio la Techno e L’House cercando di mantenere un certo distacco strutturale che avrebbe altrimenti rischiato di farlo apparire come un nostalgico dell’old school (cosa che chi conosce bene Legowelt si guarderebbe bene dal dire), l’uomo decide di prendere di petto la questione, portando a compimento quello che possiamo definire senza ombra di dubbio come il suo primo lungometraggio interamente concepito in chiave Techno House.

C’è un precedente (vi affretterete a dire), ce ne sono molti, mi sento di aggiungere. Comunque quel THE TEAC LIFE rilasciato lo scorso anno dapprima in free download, poi in un intrigante 4×12 su vinile non era un album concepito con quest’intento, ma bensì una raccolta di brani che potevano rendere l’idea ed anticipare il terremoto a venire.
TEAC LIFE è stato appunto una spolverata, ma non è Legowelt 100%. The Paranormal Soul è invece un disco totale.

Dodici brani, un incredibile viaggio dentro il ritmo della dance, un ritmo che passa attraverso la storia, l’evoluzione, la vita di Legowelt, un disco messo a mollo nel sudore e nei sentimenti filtrati nella meraviglia dei vecchi dischi di Detroit e Chicago, nel passaggio di consegne all’Europa con città come Londra o Francoforte, nelle buie rovine post-industriali di Den Haag, nell’infuocata Manchester. La techno per essere futuristica non deve per forza suonare come inaudita, deve avere forza descrittiva, passione e sostanza, deve farvi attivare il cervello, spingere oltre la mente, destaticizzarla.

Succede proprio questo, sin dalla partenza, con quel crogiolo di atmosfere che è “Danger In The Air”, ritmo tondo ed avvolgente e vibrazioni calde e trascinanti.
Con “Clap Yo Hands” si entra in un tunnel, con un vocal tozzo in piena Chicago vibe ed un arco sonoro deep tetro e minaccioso. “Elements in Houz music” ci fa entrare in trance con una sinfonia che è emozione pura ed un ritmo coinvolgente ed ispiratissimo. “Rave Till Dawn” affonda il passo ed entra in quel confine indecifrabile che è muscoli e cervello in piena libertà. “Sketches From Another City” è un bagliore deep acid che odia le carezze propinate dalle miriadi di 303 addomesticate che si sentono in giro e punta su una soluzione raw infangata dai synth. “Tigertrain” torna a guardare a Chicago nelle battute iniziali, poi arriva un suono celeste dalla tastiera e come al solito ribalta ogni punto fermo. E’ ispirazione pura, un caleidoscopio che brilla ogni volta una luce diversa.
“Transformation Of The Universe” è ancora tastiere in primo piano e voglia di non star fermi, un encefalogramma reattivo e pieno di sbalzi, una chiara indicazione per tutti, controllate i vostri brani, togliete quella patina d’apatia che li ricopre, prendeteli a schiaffi, fateli vivere!

“Voice Of Triumph” saltella su un corpo techno trafitto da punte d’acido e grazie electro,  “I Only Move For U” spinge la bassline all’inferno e cicla nel cervello che è una meraviglia, abbandonandosi in uno scorcio “ambientale” nel centro della stesura che è il paradiso fatto terra. “Renegades Of A New Age” è un paesaggio a tinte pastello con tutti i colori a gioire sull’ardore house e l’acido felice.

Sul bonus da dieci pollici in regalo con le prime mille copie troviamo due brani sogno come “On a Cold Winter Day” (un fiorire di synth e melodie angeliche montate su un carro lento e mistico) e “To The Homeland”, ovvero il regno del male registrato quando tutti i demoni erano svegli e furenti.

Toglietevi quelle maledette corde che vi stringono, respirate la sua vita.

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