La PAN, etichetta sperimentale con base a Berlino gestita da Bill Kouligas sta avendo il suo momento felice, grazie ad un rinnovato interesse verso sonorità aliene anche da parte di alcuni Dj del panorama dance. I loro dischi sono tutt’altro che facili, ed in alcuni casi, è bene dirlo, difficilmente digeribili e ad avviso di chi scrive scarni nelle idee proposte. E’ una label però che ha degli alti e bassi imprevedibili, come nel caso di questo bellissimo album pubblicato solo su vinile dal titolo Impossible Symmetry.

Dietro le quinte troviamo Helm, al secolo Luke Younger, musicista a me sconosciuto del quale apprendo una folta carriera sia come musicista che come label manager in una serie di progetti d’impronta noise/industrial.
In questo album di cinque brani Helm mette su una corazzata di frequenze ad altissima densità pronte a metter a dura prova il vostro cervello trascinandolo in un turbine di non identificata natura. I brani sono costruiti su un idea di sonorizzazione a strati, dove gli elementi principali sono dei synth passati al distorsore e trasformati in pads lungo i quali viene stesa una rete di nervi elettrici che esaltano frammenti di suono ed astrali combinazioni.

Nonostante le basi sporche, distorte ed oscure è rintracciabile un estetica geometrica disegnata attraverso l’utilizzo di microsuoni e nervature scintillanti, una progettazione accuratissima che vi farà perdere nei meandri di un disco pieno di camere oscure che sapranno lasciarsi scoprire man mano, ascolto dopo ascolto.
A sprazzi troviamo anche delle partiture ritmiche, come nel caso del secondo brano “Liskojen yo”, si tratta perlopiù di tonfi e rimbalzi limpidi e cavernosi a rappresentare una sorta di funk glaciale pronto a tappezzare le pareti della vostra mente impegnata a percorrere un’incerta via dalla quale potreste non tornare indietro.