Abbiamo già elogiato “Dutch Tvashar Plumes” di recente, produzione di poco successiva rispetto a questo album, il quale ci fornisce l’occasione per tessere nuovamente meritati elogi del produttore inglese, che qui si distingue per un album originale nell’idea, prima ancora che nella forma e nel risultato finale. Un album che non rappresenta certo una novità tra gli appassionati, considerando il gran parlare e l’interesse che è riuscito a generare
.
“Diversions 1994 – 1996” è una storia raccontata attraverso campionamenti estratti esclusivamente dalla collezione privata di nastri risalenti all’epopea jungle, di cui Gamble fu accanito appassionato e sostenitore all’epoca. Una vicenda musicale, dunque, che fornisce il pretesto per ulteriori e inaspettate esplorazioni musicali e che si intreccia con i ricordi personali, rievocando un momento storico attraverso un flusso sonoro che scorre senza soluzione di continuità nell’arco di dieci ricostruzioni dal sapore filologico e quasi “archeologico”
.
E anche in questo caso, così come in “Dutch Tvashar Plumes”, Gamble si dimostra abile cesellatore di solide costruzioni che, nel contesto specifico, poco o niente hanno a che vedere con i frenetici ritmi sincopati della jungle, tantomeno con progressioni di scariche di rullanti impazziti, quanto piuttosto con un minuzioso procedimento che parte da un’attenta selezione degli elementi più eterei, atmosferici e prossimi all’ambient del genere. Il quale, proprio intorno alla metà degli anni novanta ebbe il suo momento di maggior popolarità, presto destinata a frammentarsi in più sottogeneri e rinnovarsi attraverso forme nuove, che sono poi proseguite fino ai nostri giorni influenzando molta della bass music attuale. E pare di rivivere e percepire, in atmosfere da sogno, echi, ricordi, momenti di un passato che ritorna, illuminato di nuova luce e catturato attraverso prospettive diverse. Come sequenze narrative poste alla base di un percorso surreale e onirico dai toni sbiaditi eppure dal fascino abbagliante, che trovano in “Helicopter”, per citare uno dei momenti più alti, un frammento in grado di provocare emozioni fortissime. Mentre “Dollis Hill” mostra segni che più degli altri episodi lo avvicina alle sincopi tipiche della jungle, pur rallentata e avvicinata a dinamiche dub. Ma non è questo il punto: non si tratta di singoli episodi, quanto di una serie di suoni e suggestioni dal fascino primordiale.
Perchè il senso più profondo di un’operazione di questo tipo è altro: “Diversions 1994 – 1996” è un’opera concepita da una brillante intuizione di fondo, che da posizioni di partenza ben precisi approda a scenari totalmente diversi e inaspettati, sorprendenti per molti versi.