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Single Reviews /

Rrose Wedge Of Chastity

  • Label / Eaux
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 11/2012
  • Style /
  • Rating /
    8/101
Rrose – Wedge of Chastity

Torna sul luogo del delitto il misterioso produttore americano ispirato al controverso personaggio di Rrose Selavy, creato dall’artista francese Marcel Duchamp negli anni ’20.

Rrose che ha già prodotto diverse release per la compianta Sandwell District ha da poco lanciato la sua label personale: EAUX, per la quale ha pubblicato interessanti lavori in cui ha fatto emergere uno stile estremante personale sperimentando figure techno e non solo, in cui il sentimento imperante è una inquietudine di fondo, un mood oscuro, sinistro.
Il produttore aveva già deliziato il pubblico di Electronique in esclusiva mondiale con il suo primo podcast rilasciato diversi mesi fa: una selezione di brani di artisti che rappresentano la summa delle influenze presenti nelle release di Rrose.

Con questa terza uscita per la sua EAUX Rrose continua il suo viaggio oscuro, regalandoci un disco potente e sinistro.
Il vinile, colorato di un candido ed inusuale (dato i suoni che nasconde tra i solchi) bianco, è stato dato alle stampe alla fine del 2012, riporta sul centrino uno dei simboli della decadenza dei nostri tempi: un’immagine della Costa Concordia, a ricordare una tragicità che permea le note di Rrose, forse nel tentativo di indurre alla riflessione sui tempi che stiamo vivendo.

Sul lato A “Cavity” è una macchina infernale lanciata a pieno gas guidata da uno schizofrenico in una notte oscura e tempestosa, procede veloce, sicura e carica di tensione in un crescendo intervallato da pause in cui l’energia si comprime e poi si rilascia lanciando la mente in uno spazio in cui si fatica a non impazzire.

Giriamo il disco: B1 “Wedge”, droni subacquei che mutano in segnali alieni che si propagano ossessivamente in un cosmo nero ed inquietante, fino a collassare su sé stessi; B2 “Envy”, pulsa sinistra e carica, si attorciglia e poi si dipana lenta come un serpente velenoso pronto ad aggredire la preda, il suono si dissolve in sinistri battiti e sbuffi metallici, mentre si odono lancinanti urla, fino a che tutto sfuma; a mio avviso il brano migliore del disco.

Rrose si sta ritagliando uno spazio sempre più importante nel panorama techno e i suoi dischi finiscono spesso nelle chart e nei set di moltissimi dj.
Memore delle sue sperimentazioni, basta tornare indietro ai lavori con Bob Ostertag, spero che l’artista stia lavorando su un album nel quale possa far confluire tutta la sua vena sperimentale e la furia techno della sua musica, colorata dai toni foschi dell’epoca che stiamo vivendo, e di cui Rrose sembra essere perlomeno in ambito sonoro uno dei migliori interpreti.

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