Notfromearth è un nuovo progetto di casa nostra, nato in quella fucina di idee e di visioni musicali, ricca di talenti techno che è Roma.
Menti ed esecutori del progetto sono Carlo Alfano e Gianluca Meloni, quest’ultimo vecchia conoscenza del panorama underground techno romano, metà insieme al leggendario Dino Sabatini del purtroppo sospeso progetto Modern Heads che nell’ultima metà del 2000 ci ha regalato delle produzioni di livello eccelso, pubblicate da Elettronica Romana, Dozzy records, Stroboscopic Artefacts e Prologue.
Nel 2011 Meloni, dopo aver pubblicato un ep per la Outis records, label di proprietà di Sabatini e dopo aver sfornato una traccia contenuta in un ottimo various uscita per la romana Attic records, presenta al mondo musicale insieme a Carlo Alfano il progetto “Notfromearth”: i due lanciano un ep che vede la luce (solo in digitale purtroppo) esattamente due anni fa, pubblicato dalla Prologue di Tom Bonaty nell’aprile del 2011; il suono che ne viene fuori è un denso magma di sonorità ambient, dark, techno e cinematiche.
Non potrebbe essere altrimenti, i due infatti curano la sonorizzazione e la parte visiva di diversi spettacoli in giro per il mondo, sanno come entrare nei meandri della mente dello spettatore/ascoltatore, la visione della musica che ci regalano è permeata di futurismo e psichedelia.
I concetti espressi nel primo fantastico ep tornano arricchiti in questo nuovo lavoro: “The First Contact”, edito nel febbraio del 2013 sempre da Prologue, esplora un’ampia gamma di suoni e scene a cavallo tra ambient e techno, cosmo e terra, uomo e alieno, in una ricerca sonora in cui le varie sfumature del suono elettronico si incontrano e si contaminano nello spazio profondo, dove calore, freddo, luce, oscurità si fondono e si alternano in veloci movimenti disegnando un quadro di rara intensità.
Time Shift Experience apre sul lato A l’ep, caratterizzata da un rincorrersi di percussioni e battiti a cavallo di un suggestivo tappeto sonoro, vibrano corde che con le loro frequenze scatenano intense suggestioni; segue poi “The Human Core”, col suo incedere martellante e le sue rarefazioni elettriche in cui conquistano spazio psichedeliche incursioni di melodie aliene e scenari di intensi movimenti cosmici.
Giro il disco: sul lato B “Not The Same Sun”, poggio la puntina e sono al centro di una tempesta sonora ricca di elementi dub, da qualche pianeta lontano ascolto una voce da una trasmissione radiofonica, mentre la struttura si completa di elementi sonori minimali; a chiudere “The Fall on Earth”, a bordo di un battello spaziale attraverso una nebulosa mentre tutt’intorno sono investito da suoni della natura e percussioni tribali, una fusione perfetta tra elementi ambientali cosmici e naturali (terreni).
Sto amando questo disco, ogni suono mi si insinua veloce nella mente e attiva ogni millimetro del mio corpo; pur collocandosi in uno scenario techno pienamente lanciato verso l’hype e a rischio perdita di originalità il suono dei Notfromearth a mio avviso trova uno spazio tutto suo, di questo disco adoro la commistione tra elementi terreni e spaziali, tra calma e furia espressa tra i solchi e le note, un gran lavoro che consiglio a chiunque come me ama la musica che scuote il cervello.
Aspetto il secondo contatto.