Stellar Om Source è il progetto dell’artista francese (ma olandese di adozione) Christelle Gualdi.
Dopo un percorso di studi musicali classici grazie al padre musicista che la introdusse a suoni kosmiche e alle prime macchine, ebbe modo di acquistare una Roland TB 303 a buon mercato, da lì Christelle avviò il suo percorso verso una visione libera ed ispirata della musica dance fatta di riferimenti storici (Detroit, Den Haag e le produzioni Warp primi 90 su tutte) e sperimentazioni stellari.
La nostra artista, che condivide con altri talenti emergenti un passato nella synth-music e nel noise si era già fatta notare con alcune autoproduzioni e ottimi mixati, e di recente con un fantastico 12″ pubblicato da una sublabel della Rush Hour. Ebbi modo di ascoltare Stellar Om Source l’anno scorso in un infuocato, quanto sporco e a tratti sbilenco live set al Dancity Festival di Foligno, interamente suonato con macchine analogiche e pieno di sentimento e deliziose quanto umane imprecisioni che mi fecero amare lo stile e i suoni concepiti da questa artista a me fino ad allora sconosciuta.
Il disco che prendo in esame è il numero 19 del catalogo RVNG International, interessante label Newyorkese che ha pubblicato diversi artisti di talento; è il singolo che precede l’album “Joy One Mile” (in arrivo in questi giorni), concepito con l’ausilio del mitico produttore tedesco Gunnar Wendel, meglio conosciuto grazie alle sue esplosive produzioni pubblicate col suo alias Kassem Mosse. La titletrack sul lato A si avvia su un intersecarsi sporco di synth spinti verso il cielo e drum machine: analogismi in continuo e vertiginoso mutare lungo tutta la stesura della traccia in cui la potente bassline, gli acidismi, i giocosi ed emozionali pad e gli irrequieti effetti insieme a epici e luminosi synth avvicinano l’opera di Christelle a quella dei padri Detroitiani della techno.
Un brano adrenalinico ed emozionale.
Il remix di Kassem Mosse sull’altra faccia del disco raddrizza il passo, lo rallenta, gli dona più respiro, segue lo stile tipico del produttore tedesco nella versione più ispirata: ne viene fuori una devastante danza a cadenza irregolare tra spazi stellari e notturne luci dorate.
Melodico e vagamente etereo. Questo disco è una perla che rimette in gioco il lato emozionale della musica techno, alla vecchia maniera, riportando a galla suoni troppo spesso negli ultimi tempi dimenticati in funzione di noiose dancefloor techno track e industrialismi non sempre riusciti.
Ve lo consiglio con passione.