Passato un anno circa dal debutto live in occasione dello showcase londinese di BEB, Haswell e Regis (la cui identità in riferimento al progetto è rimasta a lungo celata) licenziano la loro prima uscita ufficiale per conto della berlinese PAN.
Come prevedibile, il progetto si muove attraverso territori violentemente oscuri legando, in una certa maniera, con un altro recente discorso collaborativo di O’ Connor/ Regis stesso, Ugandan Methods, condiviso con Wollenhaupt (Ancient Methods). Stavolta, se ancora vengono indagati i meandri più oscuri dell’animo umano, ciò accade in una chiave forse meno atavica e primitivista ma più notturna e glaciale.
L’EP, che consta di tre brani per una durata di circa venti minuti, rientra a pieno titolo nel quadro editoriale PAN, di moderata ballabilità (si pensi alle orchestrazioni apolattiche e low ending dei Mohammad ma anche al celeberrimo ripensamento della musica jungle da parte di Gamble) e, contemporaneamente, di nervosa attenzione all’imprevedibilità di ogni oscuro percorso di introspezione.
E una volta ancora, come già in Ugandan Methods, può capitare di avere l’impressione che, in chiave collaborativa, O’ Connor si conceda largamente ad un ecumenismo che lo porta ad assumere posizioni di secondo piano. Del grande profeta del suono di Birmingham, stavolta, si vengono a perdere alcune specifiche in favore delle divagazioni noise e droneggianti di Haswell (di cui si può ricordare di passaggio il suo lavoro sulla Downwards di O’ Connor 5-Inch Vinyl Series LP). Così se Industrial Disease è un proto dubstep che pare guardare all’antico Scorn di Gyral, altrettanto The Unabridged Truth è un piccolo trattato di minimalismo technoide che volge progressivamente alla propria decomposizione.
In questo senso la scommessa è vinta a metà. Da un lato siamo di fronte all’ennesimo sgretolamento riuscito della musica da ballo in favore di una prospettiva più tradizionalmente da ascolto. Dall’altro questa dichiarata necessità di un ripensapemento della techno con elementi industrial, postpunk e minimal wave, potrebbe non essere molto di più che una semplice traduzione dello spirito del tempo e, come tale, destinata ad essere abbandonata non appena esigenze differenti si dovessero fare avanti.
Per ora non si può negare che l’EP sia intrigante e che il suo fascino possa comunque spingersi un po’ al di sopra di altre contemporanee produzioni simili.