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Single Reviews /

Giorgio Gigli & Obtane Perception Through Dissonance

  • Label / Prosthetic Pressings
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 09/2013
  • Style / ,
  • Rating /
    9/101
Perception Through Dissonance

Dopo l’uscita di agosto in solitaria per Electric Deluxe (Inside), Giorgio Gigli torna di nuovo a collaborare con il sodale Obtane. L’occasione è un disco tripartito incentrato (come spesso accade ai due) su un esistenzialismo cupo e malinconico che però non si lascia mai alle spalle la dimensione più tradizionalmente techno.

Apre il discorso “Industrial Assault” in versione originale. Dalle prime battute è evocata alla memoria una composizione complessa di sintesi distopiche alla Brad Fiedel, in una dinamica crescente che si fa via via frenetica senza che mai questa si pieghi a esigenze di previsione acustica, come invece accadrebbe nel caso di un’esplosione quasi annunciata.
Mancano gli effetti speciali, o meglio: questi sono i respiri sotterranei e artificiali di macchine padrone di un futuro piegato su se stesso, in un intreccio metrico-ritmico tra bassi, hi hat e rullanti deflagrati che guida verso il non-conosciuto. Si è circondati.

Il remix di Rrose, fedele nello spirito all’originale, estremizza una delle possibili interpretazioni. Come se stesse a sottolinearne l’aspetto più fisico, esprimendosi in una liquidità che è conforme agli spunti di un futurismo nervoso più che nevrotico, lascia in secondo piano l’immaginario stretto Scott-Vangelis spesso maneggiato dai due. Industrial Assualt, nella sua versione, diventa una riflessione sulla trasformazione della materia, dove su tutto trionfa la tragicità del perenne cambiamento informe. Si è sommersi.

“Ambient Drama” è invece una specie di Gelassenheit dello Spirito, dove il paesaggismo, ma quello tetro e fumoso già carico di sguardo, si consuma in un ultimo tentativo di salvaguardia mediante la lontananza. Ed è forse proprio qui che arriva l’esplosione di cui dicevo sopra. Il raccordo narrativo trova, in questo piccolo terzo episodio, il proprio inveramento più alto. Dove si doveva sciogliere tutto, c’è una foschia ancora più oscura, e dietro non si intuisce con certezza cosa alberghi, se non lo scoramento dell’evocazione di un’immagina confusa. L’abbandono: si è soli.

Coerentemente con le molteplici uscite in duo, così come con i rispettivi lavori solisti, Gigli e Obtane continuano il loro percorso di definizione del suono del futuro prossimo. Techno, oscuro e malinconico. Con altrettanto spessore in pochi altri riescono a questi livelli.

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