I Plaster si sono sempre differenziati per il loro modo di scrivere musica complesso e mai banale, un approccio sperimentale molto raffinato ma allo stesso tempo violento nell’estetica. Il loro album di debutto su Kvitnu, intitolato Platforms, restituisce la descrizione perfetta di un suono futuristico ed oscuro. Dopo un periodo di silenzio lungo il quale hanno messo a punto nuove armi soniche, tornano ora con una serie di Ep per la Stroboscopic Artefact, la SonuoS e non ultima la Touchin’Bass, etichetta fondata e diretta dalla sacerdotessa electro Andrea Parker.
Nemesis Ep è il titolo di questo nuovo lavoro composto di quattro brani, due per lato. Si inizia duri con “Walking On Deodron”, una serie di rimbalzi ritmici intervallati da scosse elettriche ed altre sonorità graffianti. Il ritmo è quello di un breakbeat addomesticato. “Alight To The Heart” parte distesa, cosmica, con i suoi lunghi pads lungo i quali si snodano incertezze elettroniche, l’atmosfera cresce man mano d’intensità andando ad ospitare un groviglio ritmico magistralmente gestito. C’è una cura e una pulizia sui suoni al solito certosina, no, diciamo pure maniacale.
B-side in devozione techno sul primo solco. “Signals From A Gold Sky” si presenta con una cassa rotonda e profondissima sulla quale si stagliano colpi di synths e rimbalzi plastici. Il groove è vitreo e mette in luce tutta una bellezza fatta di vuoti ed echi demoniaci.
“Reflex In The Gloom” ritorna in un’anfratto sperimentale carico di atmosfere sinistre ed affondi sui bassi, un brano potente quanto spiazzante.
I Plaster rimangono uno degli act più interessanti degli ultimi anni, un vanto tutto italiano.