Diventa sempre più difficile trovare dischi techno di qualità, degni di una recensione positiva. Siamo in una fase in cui sembra che tutti facciano a gara per produrre dischi techno, o presunti tali, quando magari fino al giorno prima hanno suonato e prodotto banali tracce deep house.
Per questo dedichiamo volentieri qualche riga al nuovo e solidissimo EP ‘The Next Genesis’ di Ritzi Lee , Dj / produttore olandese che la techno l’ha sempre suonata, prodotta o stampata (ha una sua label, Underground Liberation, attiva dal 2004 che ha ospitato nomi importanti come K-Hand od Orlando Voorn).
Quella di Ritzi Lee è sempre stata una techno grezza ma comunque di qualità, musica che non va troppo per il sottile ed è più orientata al grande stage piuttosto che al piccolo club. Non a caso è apparso più volte su Theory, etichetta di uno che la techno nuda e cruda la alimenta da anni: Ben Sims.
Lato A interamente dedicato alla traccia ‘Detect Signal’ , a mio giudizio la traccia migliore del 12 pollici. Un vortice techno giocato tutto su break e ripartenze scandite da un poderoso synth che si gonfia e si sgonfia in continuazione. A voler essere cattivi lo si potrebbe definire una copia del favoloso ‘Surface Noise’ di Planetary Assault Systems aka Luke Slater , che è pero più lineare ed ipnotico.
Apre il lato B ‘7th Contact (Fuse Mix)’ un classico techno banger dove una cassa martellante la fa da padrona. Una buona traccia sicuramente, ma forse la meno originale del disco, simile a moltissime cose che possiamo sentire oggigiorno.
Chiude ‘Blaster’, un brano dal ritmo altamente sostenuto, adatto per movimentare le grandi folle di rave e festival.