Avevamo incontrato il Canadese Adam Marshall nel 2009, occasione in cui ci concesse un’intervista poco prima di un infuocato dj set alla Elektro_lab night di Perugia; Adam ci raccontò alcune curiosità sulla sua vita e come queste influenzavano il suo stile come produttore e dj.
L’artista Canadese, attivo dalla fine degli anni 90 con alcune produzioni di stampo techno-minimale possiede la sua personale e interessantissima label, chiamata New Kanada, in cui ha riversato la summa delle sue influenze musicali orientando di volta in volta la ricerca alla scoperta di territori sonori e artisti nuovi provenienti dal Nord America (un certo Basic Soul Unit è uno di questi) in costante evoluzione qualitativa.
Il Canadese è un artista poliedrico, possiede un notevole eclettismo al mixer, i suoi dj set rappresentano di fatto sempre un ampio caleidoscopio sonoro, in un mix di suoni del passato e di tendenza che spaziano in tutti gli ambiti della musica elettronica dance contemporanea e non solo.
L’eclettismo di Marshall lo ritroviamo in ogni sua produzione dove abbiamo di volta in volta ascoltato contaminazioni tra house, techno, minimal, acid, ambient, electro e bass music; non è da meno questa ultima notevole uscita a sua firma (la numero 44) del catalogo New Kanada.
Night Train è un ep di due tracce che a mio avviso alza le quotazioni dell’artista, ritornato ad esprimersi ai livelli alti del periodo in cui lo intervistammo.
Sul lato A apre la titletrack: inizia techno su metallici e oscuri broken beat che rivelano l’ispirazione nel recente Regis su Beb, ma subito la musica varia e il suono rompe le coltri oscure, si colora e ravviva: giochi di pad e synth lunari, arpeggi, rarefazioni in levare, l’evolversi della struttura ritmica bass in compressioni e decompressioni lanciano la traccia in dinamismi di funk cosmico che hanno il sapore delle produzioni dell’altra sponda del fiume Detroit e a tratti vicine a quelle dell’altro (ex?)gioiello Canadese Mathew Jonson (quello più ispirato).
Sul lato B Heavy Metals esprime una piacevole densità, si apre su broken beat e slanciati stab su un tappeto ambientale in crescendo di intensità, preparandosi all’arrivo di toni gravi, ronzanti e roboanti che lasciano poi la scena al synth dai toni oscuro/acidi: un’elegante e seducente disegno electro in abito nero violaceo che mostra orgoglioso i tratti di ispirazioni Warp e Aphextwiniane.
Una gran prova per Adam Marshall, che centra meritatamente l’obiettivo, regalandoci due splendide prove in cui compone sapientemente e col suo stile magmatico e ribollente i vari pezzi del puzzle elettronico che ispira la sua vena compositiva, a cavallo tra Detroit, Chicago e il Regno Unito.
Da tenere d’occhio, lui e la sua etichetta.