Conobbi la visione del suono techno di Edoardo Zerbinati da Torino, in arte Edanticonf, circa un anno fa.
Studiando il catalogo della interessantissima Eclipsemusic rimasi affascinato dalla quinta uscita firmata proprio dal torinese, quell’ep di tre tracce mi trasportava in un piano in cui convivevano in simbiosi scenari ambient, reminiscenze dubby berlinesi, sentimenti detroitiani alla May; fui rapito e me ne procurai una copia.
Di lì a poco la canadese Silent Season, label eccelsa che ci ha deliziato e continua a deliziarci (vedi l’ultimo meraviglioso album di Adam Michalak) con viaggi deep-eterei, pubblicava un album su cd del torinese intitolato “Forest Echo” e un vinile con due tracce da questo estratte più un fantastico remix dello svedese Abdulla Rashim; l’amore fu totale.
Edoardo viaggiava e attraverso la sua musica mi trasportava nuovamente con sè tra nebbie, territori desolati, foreste, punti di vista pregni di affascinanti ispirazioni ora oscure, ora crepuscolari, ora luminose, interpretando il suono techno con molta più determinazione e cattiveria rispetto alla precedente uscita e confermando un calore deep che caratterizza fortemente il suo stile.
Alla fine del 2013 Silent Season annuncia un nuovo ep di quattro tracce del torinese intitolato “The Boundary of Nowhere Land”, che torna in parte su territori sonori esplorati in Forest Echo, questa volta però volgendo la ricerca alla sonorizzazione dell’esplorazione di spazi oscuri, luoghi/non luoghi in cui trova la sua guida nel sogno e nel cosmo, al quale rende tributo raccontandoci col suono come le stelle lo hanno guidato lungo questo percorso artistico.
Il cammino inizia con “The Boundary”, romantico, trascinante ed epico viaggio mentale a cavallo tra toni cupi e iridescenti melodie cosmiche, a dir poco sublime; “The Nowhere Land” apre su notturni echi dubby, descrive un tunnel stellato, trasmette profondità, spessore; la detroit crepuscolare di Echospace che si incontra col suono kraut-cosmiche, tensione costante, occhi chiusi e la mente conquistata.
Sul lato B “Roche Lobe” sembra riprendere lì dove si interrompe “The Nowhere Land”, ma va in crescendo, asincrona, illumina l’oscurità vagamente sinistra di un viaggio negli abissi con luci intermittenti; meraviglioso lo spettro sonoro che l’artista crea con i sintetizzatori tra toni oscillanti, melodie e quel forte sapore “cosmiche” citato e interpretato alla perfezione; in chiusura Edanticonf viaggia in territorio ambient e ci porta in piena notte attraverso lande sconfinate a rimirare il cielo stellato di fine estate, alla ricerca della stella guida ora perduta.
A questo punto è una conferma: questo ep ci consegna un artista in forte maturazione, impegnato alla ricerca di un filo estetico caratterizzato da un profondo e intenso romanticismo crepuscolare ed onirico, è techno ma non è freddo schema: non è solo sintetico suono dark, dub o dancefloor oriented, è cuore e carica positiva, cita sapientemente e dona al suono una forma nuova che gioca con gli schemi senza restarne intrappolato.
Il vinile (purtroppo) è limitatissimo, da non perdere naturalmente.
Vi segnalo inoltre che l’artista annuncia attraverso il suo profilo Facebook nuovi lavori a breve e un doppio vinile in uscita nel 2015, con tali credenziali tenerlo d’occhio è un dovere.