L’evoluzione dovrebbe essere una componente fondamentale di chi fa musica.
Spesso ci si accontenta delle proprie capacità e dei risultati ottenuti, evitando di esplorare nuove strade. Non è questo il caso di Valerio Lombardozzi alias Heinrich Dressel e fra i principali agitatori della label romana Minimalrome, che con questo suo nuovo 12″ ci conferma essere uno dei migliori talenti italiani sulla scena elettronica mondiale.
Stavolta gioca fuori casa offrendo le sue melodie oscure alla label olandese Bordello a Parigi che devota al sound italo anni ’70/’80 rasentando spesso il kitsch. Ci pensa però mr. Dressel a far capire come in realtà l’Italia in quegli anni non era solo rappresentata da tutta quella miriade di furbi produttori pronti a fare dance solo per incassare assegni, ma anche da compositori come Fabio Frizzi o i Goblin.
Sin dalla copertina infatti ci immergiamo in un’atmosfera oscura creata da una foto che rappresenta un bosco autunnale e alcune tombe in lontananza, appena visibili, in puro stile Hammer e che rappresenta in maniera perfetta lo stille malinconico e affascinante delle tracce presenti sul disco. Apre la title track “The house of the rising synth”, una cavalcata di più di sette minuti che sfrutta un beat costante e diretto in quattro, per far intersecare bellissime melodie di vari synth, sia lead che in background, ed un vocoder etereo.
Segue e chiude il lato A, “Atmosfear”, fantastico brano che mescola Drexciya e Carpenter al meglio, creando un pezzo originale e di grande effetto. Apre il lato B l’ottima “The living dead via crucis”, come impostazione simile alla title track, ma più lenta e decadente nella scelta tonale.
Chiude il lato ed il disco il remix electro dark della title track da parte di Dj Overdose che sfodera uno dei suoi migliori pezzi di sempre. Un disco di altissimo livello che ha la sua arma migliore nella scelta oculatissima dei suoni e nella sempre migliore qualità delle melodie.
Da non perdere.