Questa è una storia dura.
Roba di droghe, malati di mente e degrado. Un passaggio che ha contribuito a rendere “mito” la musica Acid in Europa, che come tutti i movimenti musicali più rivoluzionari ha dovuto fare i conti con i problemi seri di una società malata, con la politica, con la povertà.
Sembra proprio che l’uomo, per creare qualcosa di buono, debba per forza pagare un pedaggio autolesionista. Nonostante tutto, però, questo sembra essere un bene, alla fine dei conti.
Olanda, L’Aia, 1990. Qui è dove inizia la storia della Bunker Records, etichetta che presto diventerà famosa per essere una tra le più intransigenti, provocatorie ed influenti nella scena techno nord-europea.
Bunker è stata l’etichetta europea che si è impegnata di più a sdoganare la musica elettronica non commerciale, disprezzando totalmente le mode, mantenendo costante lo spirito underground per circa 20 anni ormai. Per due decenni ha fatto uscire, su vinili neri, cupi ed in edizioni limitate, un flusso costante della più cruda Acid House, Electro e Industrial Techno.
Succede tutto a L’Aia, sede della Corte Internazionale di Giustizia e del parlamento olandese. Non è un caso.
Alla fine degli anni Ottanta, la città non si era ancora ripresa dalla crisi economica del decennio precedente.
Guy Tavares, proprietario di Bunker Records, nonchè fondatore di Unit Moebius, gruppo creativo responsabile delle prime e più significative uscite della label, racconta a zero” (blog che ringrazio per gli spunti e le curiosità) che la città era in ginocchio.
Come a Detroit la metà delle imprese commerciali erano fallite lasciando capannoni e negozi vuoti e degradati, diventati presto sede di centri sociali. Tavares si trasferì a L’Aia nei primi anni Novanta dopo aver conosciuto Jan Duivenvoorden, che possedeva alcune attrezzature per la produzione di musica elettronica. I due iniziarono a produrre cose ispirate alla scena Acid House di Chicago e alla Techno di Detroit e a suonarle direttamente negli “squat party” che loro stessi organizzavano.
Una delle principali sedi di questi squat party era il centro sociale “iETS Vrijers”, dove Tavares vi andò pure a vivere e dove conobbe Menno van Os, poi terzo membro della Unit Moebius.
In questi party, oltre alla musica, venivano prioettati film e ditribuiti fumetti cyberpunk, in una cornice di degrado urbano. Diventarono una serie di eventi molto seguiti che presero il nome di “Acid Planet”.
Tavares li descrive come 12 ore non-stop di pesante Acid House, in scantinati illuminati solo da luci stroboscopiche con non più di 300 tra punk, drogati, hooligans, squatters e pazienti psichiatrici (“iETS Vrijers” era vicino a due manicomi).
Tutti erano “strafatti” di LSD venduto dagli stessi organizzatori e la gente impazziva letteralmente per questa musica. Velocemente la cosà si ingrandì, le attrezzature per la produzione si ampliarono e iniziarono anche le prime registrazioni analogiche.
L’anello mancante era Ferenc van der Sluijs, alias I-F, che aveva appena aperto un negozio di dischi nelle vicinanze chiamato Hot Mix. Era il 1992 e l’inserimento nel gruppo di I-F come dj diede vita definitivamente a Unit Moebius.
Incontrarono subito molte difficoltà a farsi apprezzare dalle etichette discografiche. Tavares trovò subito una soluzione. Investire i soldi fatti dal commericio di LSD per fondare la Bunker Records. Tante le produzioni, fin da subito. Cinque Ep e due album in un solo anno, ma i Bunker 001 e 002 rimangono tutt’ora i più ricercati.
Altri artisti uscirono su Bunker, fra i quali Ruud Lekx aka Rude 66, un vecchio compagno di scuola di Tavares ed il duo formato da Rosenheim Michael Fakesch e Chris De Luca, che registrò le prime sei uscite su Bunker/Acid Planet sotto i nomi di Funkstörung e Musik Strom aus.
Gli Unit Moebius cominciarono ad esportare il suono Bunker, diventando di diritto la risposta europea alla statunitense Underground Resistance. Iniziò anche una vera e propria migrazione da tutta Europa verso i posti più fatiscenti dell’Olanda. Tavares racconta di parties dove morirono quattro persone per overdose, incidenti e violenza.
“Giorni duri per gli SWAT olandesi”, dice.
Si arriva al 1997 con ben 50 uscite per Bunker che divenne etichetta di culto in tutto il mondo. Ma com’era prevedibile, il tracollo era dietro l’angolo. Troppa anfetamina, ketamina, eroina, crack, ricoveri ospedalieri, overdose, i suicidi e altre cause di morte innaturale, paranoie e il fallimento finanziario del marchio nei primi mesi del 1998 a causa di distributori non paganti, causarono la chiusura temporanea della Bunker Records.
Nello stesso anno la Unit Moebius si sciolse per motivi che Tavares non racconta.
Un anno più tardi però Tavares non vuole lasciare. Virando su sonorità più Electro da vita a Bunker 3000, dando la possibilità di esprimersi a nuovi talenti olandesi. Legowelt e Orgue Electronique ne sono un esempio.
Si ricomincia e la famiglia si ingrandisce andando oltre l’Olanda con artisti come lo svedese Luke Eargoggle, il francese Franck Sarrio, dalla Germania The Exaltics, e molti altri giovani talenti Electro, Techno di matrice underground da tutto il mondo.
Negli ultimi dieci anni Bunker 3000 ha pubblicato oltre 90 releases, superando di gran lunga la prima versione Bunker in termini di produttività. Guy Tavares ha inoltre avviato una serie di sotto-etichette Bunker: Atlantik Records Wall, dedicato a ristampe rare della Unit Moebius e Motorwolf, che propone la passione sfrenata di Tavares per la musica punk underground, e l’ultima aggiunta Panzerkreuz Records, su cui è stato lanciato un album di Acid House di Sendex.
Nel frattempo la città de L’Aia, è cambiata drasticamente dal lancio dell’etichetta. Il centro della città è stato completamente ristrutturato, la maggior parte dei centri sociali sgomberati e demoliti per far posto a centri commerciali e grattacieli.
Durante la fine degli anni 1990 molte istituzioni burocratiche delle Nazioni Unite, della NATO e dell’UE si trasferirono a L’Aia, accelerando ulteriormente il processo di ammodernamento. Ma Guy Tavares assicura, nonostante la città sia stata letteralmente ripulita, che la Bunker Records continuerà a rappresentare il lato oscuro di L’Aia in futuro.