Sabato 26 giugno 2010
Quinta edizione di Dancity, la mia quinta. Vedevo aggirarsi nella zona bar dove stavo selezionando della musica ambient una persona che con fare tra lo stupito ed il meravigliato venne poi a presentarsi: “piacere, mi chiamo Giorgio Mortari” mi disse.
Fu la prima volta che incontrai quel Giorgio Mortari del quale sentivo parlare da anni, e della cui opera fui innamorato sin da subito. Intavolammo una piacevolissima chiacchierata che mi lasciò la consapevolezza di un uomo brillante, cordiale ed estremamente curioso.
Giorgio Mortari è stato l’ideatore ed il mentore di quello che possiamo annoverare come il festival italiano di musica ed arti elettroniche più importante di sempre, Dissonanze.
Era lì perché: “Sto cercando di capire in che modo far evolvere ancora Dissonanze, e qui ci sono molte idee interessanti che in questo momento è bene vivere e comprendere”
Una forza più grande ci ha poi privati dell’avanguardia, della creatività e della concretezza di Giorgio e di conseguenza del suo festival, lasciando un buco culturale rimasto scoperto per troppo tempo.
Dissonanze è stata una lama che ha trafitto una città difficile come Roma distinguendosi sin da subito per quel modo di porsi semplice e dirompente, frutto di una ricerca continua e di scelte non convenzionali, un’attitudine che ha poi evidenziato altre grandi qualità, quelle dell’intraprendenza e del coraggio nel cercare le istituzioni per far capire loro quanto una città come Roma avesse bisogno di credere in una forma, seppur circoscritta, di cambiamento.
Foligno, Dancity
Hanno corso, lavorato duro, hanno inseguito con costanza e dedizione una possibilità, hanno visto arrivare dei risultati impensabili, sono cresciuti ed hanno colto i frutti di un ideale per nulla semplice, quello di instaurare all’interno di una comunità che chiameremo classica (quando questo termine sottintende tutte le chiusure istituzionali e sociali di fronte a ciò che non si conosce) un percorso di innovazione che oggi, dopo dieci anni, colma a suon di meriti quell’immenso vuoto lasciato da Dissonanze.
Era settembre del 2006 quando la macchina si mise in moto, in uno di quei suggestivi luoghi storici dei quali la cittadina di Foligno abbonda, l’Ex Teatro Piermarini. C’entra l’amicizia e la spregiudicatezza, c’entra l’insofferenza e l’esigenza di arricchire un territorio già di per se rigoglioso ma chiuso in se stesso, in quella dannata abitudine che nella maggior parte dei casi non fa che ostacolare il progresso.
Giovedì 7 settembre 2006 ebbe luce la prima edizione il cui claim recitava semplicemente “warm up”. Un esperimento ad azione locale, ma che nella sua potenza espressiva fece presa nelle menti di quel gruppo d’amici diventando a tutti gli effetti un’idea che forse in quel momento poteva ancora dirsi utopia, ma la cui forza ha fatto sì che oggi possano guardare indietro a testa alta ed avanti con determinazione, fermandosi invece a godere di una meravigliosa istantanea che li ritrae vincenti al loro decimo anno di vita.
Ogni edizione ha incoronato e reso celebre una di quelle magiche location ottenute con non poche difficoltà, dall’Auditorium di San Domenico a Palazzo Candiotti, dall’Ex Teatro Piermarini alla Corte di Palazzo Trinci, momenti durante i quali la fusione tra l’ossatura cittadina e le vibrazioni di questo ideale hanno cementificato la certezza che un lavoro ben progettato potesse essere linfa vitale per chiunque, dai più giovani ai più anziani.
Dancity si è distinta sin da subito per l’oculatezza delle scelte, affinate poi nel tempo ed anche nel modo, confezionando spesso delle performance esclusive tese a valorizzare il territorio, come l’installazione dei Mouse On Mars con i campionamenti delle campane della Cattedrale di Foligno, o il grandioso live di Shackleton insieme ai Tamburini della Quintana (storica manifestazione folignate risalente al 1400).
Sono tantissimi gli artisti che hanno camminato per le sue vie, respirandone la calorosa atmosfera e ricambiando con performance talvolta memorabili. La memoria corre inevitabilmente incontro a quel “sequestro di persona” subito da Etienne Jaumet sul palco del San Domenico, dove il suo live fu esteso all’infinito da un gruppo di manigoldi che lo circondarono incitandolo a gran voce ed arrivando ad offrire sudici biglietti da cinquanta.
O al commovente live di Carl Craig insieme a Francesco Tristano e ad un Moritz Von Oswald ancora convalescente ed accompagnato sotto braccio sul palco da sua moglie. Ancora alle camicie ed alle acconciature fuori tempo massimo dei Goblin che hanno infiammato il Chiostro Sgariglia nell’edizione del 2009 o le stravaganti elucubrazioni soniche di Felix Kubin accolte con tutto il calore che un pubblico innamorato sa regalare. Destino diverso per Move D e Juju&Jordash che hanno dato il via al loro progetto Magic Mountain High proprio grazie alla performance eseguita durante il festival del 2008. Non ultimo l’apprezzatissimo omaggio che Alva Noto e Blixa Bargeld hanno donato alla città, inserendo una bonus track intitolata proprio “Foligno” nel loro album, tributando il loro primo concerto insieme tenuto durante l’edizione del 2009.
Ma più che analizzare ogni singola esibizione susseguitasi negli anni, è forse bene porre l’accento sulla crescita che anno dopo anno il festival ha avuto, diventando sempre più punto di riferimento italiano, nonché polo indagato con curiosità ormai da tutta Europa.
Crescita che a ben vedere ha favorito il fiorire anche di altre realtà quali la nascita di un club come il Serendipity (sempre a Foligno), di ulteriori festival ed eventi culturali che ormai si susseguono con brio nella cittadina e di un negozio di dischi, Mondo Musique, che corona un po la chiusura del cerchio intorno ad un progetto che preso nella sua ampiezza rivendica quella sana voglia di dar senso ad un fuoco in partenza intimo ma capace di soverchiare anche le radici più dure.
Dieci anni sono sinonimo di costanza, dieci anni vedono le persone crescere e cambiare, assistono a gravi perdite ed a felicità immense e rappresentano quel momento in cui sospendi la corsa e tiri un bel respiro, e mentre immagazzini aria lasci fluttuare la mente in un mare di diapositive che sono li a ricordarti chi sei, per poi esplodere di nuovo, a gran forza tutta l’aria per affrontare con determinazione una nuova sfida.
DANCITY FESTIVAL 2015 “10th Edition” – 3, 4, 5 Luglio
Quest’anno tutto raggiunge vette vertiginose, traguardi che i nostri amici annunciano così…
A voi i primi nomi della lineup del festival!
UNDERGROUND RESISTANCE
Il punto dove tutto trova raccordo, l’inseguimento dell’utopia, la tenacia e la semplicità, la macchina sonica che più di tutte è riuscita a dar forma alla speranza, tenendo a battesimo (e vi prego spogliatevi di quei ridicoli storicismi) la techno rendendola arma a disposizione dell’anima.
CRAIG LEON
Uno dei grandi signori dell’elettronica, fece le prove generali del futuro quando molti di noi erano troppo piccoli persino per capire cosa volesse dire questo termine, con Nommos arrivò a toccare corde difficilmente replicabili, portando poi avanti una carriera brillante, autonoma e mai autocelebrativa.
JEFF MILLS
L’uomo il cui distacco dalla realtà è quasi pari al senso di alienazione provocato dai suoi dj set che rimangono una delle cose in techno più pure di sempre, un motore ad alto regime capace di trasportare chiunque in un viaggio fuori dal mondo. A modo suo, un extraterrestre.
LORY D
Il futuro da noi ha avuto un nome, Lory è quel “passo” che da qualsiasi angolazione viene visto, è sempre inesorabilmente avanti. La sua recente esibizione al Boiler Room di Glasgow ha polverizzato in poco più di un’ora 10 anni di isterismi berlinesi lasciando intendere che la techno è ben altra cosa.
VOICES FROM THE LAKE
Risonanze profonde dal lacustre territorio laziale che hanno poi lasciato il loro riverbero nelle notti di gran parte del pianeta. Una creatura elegante esplosa infine in un seme dance più radicale battezzato nella techno, l’attesa è grande per la prova del secondo album.
GIGI MASIN
Appaga l’animo scoprire un segreto, quando questo si manifesta poi come uno scrigno colmo di sensazioni piacevoli. La musica di Gigi Masin è proprio questo, rimasta all’oscuro per decenni, per poi esser riscoperta insieme ad un talento puro come il suo. Adesso è il momento di goderne.
HOLLY HERNDON
Compositrice americana di stanza a San Francisco, già due album alle spalle, il cui secondo sulla splendida RVNG Intl. Aveva già mostrato il suo potenziale espressivo sperimentando con gusto e prendendosi i rischi del caso. Atteso per la primavera inoltrata il terzo album, che vi preannunciamo intenso ed ulteriormente futuristico.
OBJEKT
Il ragazzo scrive musica complessa ed avveniristica, unisce techno ed electro con la padronanza dei padreterni regalandoci soluzioni intriganti. Il suo recente album Flatland è la summa di un percorso artistico sempre in divenire, musica che marchia a fuoco il momento e promette di mantenersi negli anni fresca ed innovativa.
MUMDANCE
Jack Adams ha messo fuori una manciata di Ep e due album, compreso l’ultimo composto insieme a Logos, un suono profondo e viscerale che unisce le graffianti frequenze basse del Grime ad un’impronta cinematica sempre molto marcata offrendo un suono pieno di livelli sfalsati ed atmosfere roboanti.
LENA WILLIKENS
Giovanissima Dj di Colonia emersa dalle onde di Còmeme radio, quel poco che abbiamo potuto visionare del suo operato ci descrive una Dj estremamente versatile e dal gusto sviluppatissimo, provate ad ascoltare il suo recente mix per RA per rendervi conto di quanto le sue selezioni circumnavighino l’universo dance ed elettronico.
ANDRAS & OSCAR
Esplosi nel momento esatto in cui era avvertibile una certo bisogno di tornare a soluzioni melodiche, dopo che l’arido saccheggio techno/ambient di ultima generazione ne ha decimato la creatività, Andras & Oscar mettono in moto la loro macchina House sciroppata ed innevata di zucchero a velo.
DRACULA LEWIS
Simone Trabucchi con il suo alias Dracula Lewis ha prodotto musica obliqua ispirata da vecchi nastri industrial dei quali la scuola italiana è stata regina durante gli ’80, oltre che dalla sperimentazione in ambito noise che ne aggiorna le coordinate ad un suono per veri appassionati.
POWELL
Uno dei motivi per poter sperare in un balzo stilistico in avanti della techno made in uk si chiama Oscar Powell, con la sua musica stà disegnando traiettorie nuove che coniugano alla perfezione melodia e ritmo con una particolare inventiva sull’ultimo. Imprint minimale ed uso geometrico degli elementi, un nome per il futuro.
SYRACUSE
La creatura musicale di Antoine Kogut e Isabelle Maitre che per la Antinote ha esploso due ispiratissimi Ep che hanno il profumo del mare e dei tramonti, trascinati a riva tra delicate onde disco e soffici movenze rock, i Syracuse sono un nuovo gioiellino di quel filone che è bello generalizzare come Balearic.
VAKULA
Il producer ucraino ha appena pubblicato un album in triplo vinile intitolato A Voyage To Arcturus che gli fa compiere un balzo in avanti grazie ad una complessità molto ben gestita che abbraccia l’house, il funk, il jazz e la musica cosmica senza mai scadere nel banale.
…Non è finita qui, rimanete sintonizzati per scoprire man mano tutti gli artisti che prenderanno parte a questa stellare decima edizione!