Il futuro delle piccole etichette indipendenti è costantemente messo in dubbio dai trend che nella maggior parte dei casi volgono in direzioni opposte e dallo scarseggiare di utenza disposta a seguire i propri gusti piuttosto che quelli imposti dal mercato. E’ quindi molto difficile trovarsi al cospetto di piccole realtà che riescono a sopravvivere a lungo mantenendo coerenza con i propositi iniziatori e standard qualitativi elevati, una piccola magia. Diciamolo.
La Semantica Records è un eccellenza, ma soprattutto e riprendendo le precedenti righe, un eccezione.
Era il 2006 quando Enrique Mena Marin (meglio noto come Svreca) ha concretizzato la sua idea lanciando la label, ed oggi, mentre scrivo, siamo alla soglia delle cinquanta pubblicazioni.
“Sono nato a Madrid, in Spagna, musicalmente la città ha vissuto un florido periodo techno nella metà degli anni novanta purtroppo esauritosi in poco tempo. Attualmente non esiste alcuna scena nella mia città”
Era il dicembre del 2006 quando uscì il primo vinile targato Semantica Records, un Various Artists intitolato 126a che lasciò intendere una traiettoria techno ben definita nel brano d’apertura firmato da Paul Bailey, mentre negli altri due ad opera dello stesso Svreca e di Kero cominciarono già a delinearsi future deviazioni che, come vedremo poi, segneranno la cifra stilistica dell’etichetta.
“Non ho delle storie speciali da raccontare, il mio percorso, quello in cui credo, è stato sempre segnato da piccoli avvenimenti. In particolare posso ricordare la scoperta di due compilation che mi hanno definitivamente proiettato nella techno: Discipline and Education di Oscar Mulero ed il Live At The Liquid Room Tokio di Jeff Mills”
La strada poteva dirsi segnata, l’ennesima label techno che spiccava il volo dai cieli della Spagna per andare in cerca di fortuna, invece, a partire dalla seconda release, ci troviamo catapultati in un universo distante miglia da quell’esordio.
C’è una piccola parentesi da aprire, il secondo capitolo esce nel giugno del 2008, dopo due anni dalla prima uscita, un evento singolare ma che trova spiegazione nella svolta decisa data al suono.
Questa volta ad esser chiamato alle armi è Vladislav Delay aka Luomo ed è proprio il produttore finlandese a girare pagina aprendo una trilogia intitolata Recovery IDea che partendo da oscuri brani dub sperimentali è arrivata a sondare le vie della techno più criptica.
Quindi possiamo ipotizzare che la lunga pausa sia servita a riflettere e progettare un percorso sonoro nuovo che potesse regalare emozioni ad ampio raggio.
Con il passare del tempo ed il conseguente accrescimento delle release questa musica acquisiva sempre maggior valore e le influenze, che in principio erano legate ad un imprint techno, lasciavano ora spazio a nuove correnti musicali, in particolare provenienti dall’IDM inglese e dall’electro.
C’è un episodio fondamentale, una svolta arrivata per mano di Ed Chamberlain alla sesta release, un single side con un brano intitolato Does Ape che è un interpretazione magnifica che unisce la potenza della techno alla cura progettuale dell’IDM, un punto di svolta verso nuove affascinanti frontiere divise tra memoria e predizione.
L’altro grande segnale d’apertura coincide con la pubblicazione di Evoked Potential (part One), un dieci pollici trasparente rilasciato in cento copie composto e suonato da Gerard Hanson (tenete bene in mente questo nome) con il suo pseudonimo E.R.P.
Hanson, musicista proveniente dalla lontana Dallas, è il centro intorno al quale ruota il futuro della musica electro e techno, quella che guarda a sconosciuti paesaggi stellari, quella che immagina il suono come un entità destinata a rimanere per sempre impressa nella mente.
La musica di Hanson è un battito vitale, tutti i suoi brani sono storie che parlano di futuro ed in alcuni casi lo anticipano, forse il punto più alto dove l’electro ha osato spingersi. Le sue melodie sono mantra che operano nell’intimo sollecitando il cuore e la mente, suoni così avvolgenti e caldi in grado di stravolgere l’ascoltatore, poi quell’appeal sci-fi che inevitabilmente apre a scenari fantascientifici dove poter fantasticare su quel che verrà.
Il disco va sold-out in un batter di ciglia ed è ora venduto a cifre da capogiro, ed inaugura di fatto la trilogia degli Evoked Potential, tre dischi che solcano gli orizzonti di una label che ha il pregio di sapersi rinnovare continuamente.
Sul fronte electro troviamo almeno altri quattro dischi sui quali è bene porre la massima attenzione: Elephant Road firmato da Annie Hall e Plant 43, un mini-album dalle tonalità cupe e gravi, che segue strade impervie scavando tunnel di raccordo tra l’ambient e l’electro. Poi quello che a mio avviso rimane uno dei capitoli sottovalutati della label: Exobiology, altro split tra Ideograma e Acid Future Overdose, un disco difficile ed astratto che segue dinamiche minimaliste e ruvide ma è capace di regalare melodie smielate come in Robot A, brano che chiude il lavoro.
Infine due capolavori di estro emotivo e tecnica come Euclidean Algorithm dei Morphology ed il recentissimo Dreams Of The Sentient City di Plant 43, da leggere alla voce: stato dell’arte.
“Ho dato il via all’etichetta per cercar di convogliare i miei gusti relativi al design ed alla musica in una piattaforma in grado di poterli raccogliere. Quando mi trovo a pensare al futuro cerco di mantenere la mia mente aperta, anche se devo ammettere che a volte non è facile dovendo gestire il tutto in prima persona.”
Ecco un altra chiave di lettura importantissima, l’home made. Svreca gestisce l’intero processo produttivo in solitaria, occupandosi della grafica, della selezione dei brani, di seguire la stampa, la distribuzione e la vendita al dettaglio attraverso il web. Un lavoro estenuante che l’uomo è riuscito a gestire al meglio (dividendolo con la serrata attività produttiva musicale), regalando un estetica minimale molto apprezzata dai collezionisti, fatta di linee essenziali e geometrie intriganti, pantoni, tipografia dall’aspetto future-tech, vinili trasparenti ed edizioni giustamente limitatissime.
Chi segue la Semantica sa che non ci si può distrarre, perder tempo potrebbe significare mancare definitivamente il contatto con qualcosa di unico ed irripetibile.
Parallelamente al profilo della Semantica possiamo identificare anche la crescita artistica del suo mentore, Svreca, un musicista che ha saputo far tesoro di tutti gli input e soprattutto dei suoni che si è trovato a pubblicare diventandone uno dei principali artefici in una serie di numeri man mano sempre più interessanti. Il suo focus musicale parte da quella techno primitiva e minimale che lo ha forgiato in tenera età per aprirsi a coordinate inusuali che flirtano con suoni di matrice industriale, glitch ed in alcuni casi a ritmiche vicine all’electro come nel suo esordio As Thin As Christ diviso con Oscar Mulero.
Proprio dai suoi lavori sono partiti una serie di raccordi con altri grandi artisti chiamati in causa per lavorare a dei remix raccolti nella trilogia Obscur. , nomi del calibro di Claro Intelecto, Marcel Dettmann, Grischa Lichtenberger, Orphx, Regis e Silent Servant ad arricchire un catalogo ormai tra i più brillanti della scena underground.
“Spendo ore ed ore per decidere quale materiale pubblicare, un lavoro durissimo ma che amo particolarmente e dopo quasi cinquanta release non saprei proprio come definire il suono della Semantica”
Fuori da ogni dubbio possiamo evidenziare come l’etichetta sia diventata un punto fermo e di raccordo per i migliori artisti in circolazione in ambito electro e techno, non nomi dalla grande cassa di risonanza ma piccoli artigiani che lavorano nell’ombra offrendo da sempre nuove indicazioni da seguire per far evolvere questi generi. Non è un caso se in catalogo troviamo artisti del calibro di Plant 43, Annie Hall, i Morpgology, Arcanoid, Inigo Kennedy, Boris Divider, Silent Servant, Jimmy Edgar, Developer o Mike Parker. Sacerdoti e custodi di un suono che vive, comunica e si rapporta al futuro, un futuro che vedrà una nuova etichetta lanciata a breve da Svreca, oltre ai lavori in imminente uscita come il secondo capitolo della serie Nonnative, un disco di remix per Developer e l’attesissima release numero cinquanta, che vede al comando un eroe come Surgeon in uno split insieme al padrone di casa Svreca.
Un esperienza a dir poco significativa, un raro esempio di longevità underground tenuta sempre ai massimi livelli, una guida per quanti si avvicinano alla musica in un periodo di facili tentazioni e sicura remissione, un bagliore che significa speranza.