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Detto Mariano Il Giustiziere Della Strada

Il Giustiziere Della Strada
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Maestro, avrei bisogno che realizzasse una colonna sonora che, com’è sua consuetudine, valorizzasse anche il mio film… che ne pensa? Vogliamo incontrarci? Nell’incertezza che questo tipo d’invito contenesse una nascosta vena d’ironia, mi recai all’appuntamento in moviola con il regista con la certezza di trovarmi davanti una nuova commedia. Con grande stupore, mi trovai invece davanti a una pellicola di fantascienza, ambientata in un ipotetico futuro apocalittico.

Detto MarianoDetto Mariano e “Il Giustiziere Della Strada” (1983): due storie mai raccontate in oltre trent’anni, un disco mai pubblicato fino a pochi mesi fa e, soprattutto, un film curioso, poco noto, da iscrivere tra i b-movie sci-fi da riscoprire, nonostante la quasi assoluta irreperibilità sul mercato e in rete. Una pellicola a basso costo, co-produzione italo-spagnola, ispirata dal personaggio fittizio di ‘Mad’ Max Rockatansky, interpretato al cinema da Mel Gibson in tre episodi, con la regia di George Miller, tra 1979 e 1985. Tre i titoli alternativi: “Exterminators Of The Year 3000”, “Death Warriors” ed “El Exterminador De La Carretera”. L’avventura in odor di barbarie post-atomiche, con rimandi alle vicende del Mad Max ‘guerriero della strada’ (da qui l’assonanza con il titolo), fu diretta da Jules Harrison, pseudonimo di Giuliano Carnimeo, e sceneggiata da Elisa Briganti, James A. Prich e Dardano Sacchetti, collaboratore di Lucio Fulci, Stelvio Massi, Umberto Lenzi e autore della sceneggiatura di “Demoni” (1985) di Lamberto Bava.

Nell’anno 3000, il pianeta Terra, squassato da catastrofi nucleari, si è trasformato in un enorme deserto. I pochi sopravvissuti all’ecatombe si nascondono in caverne sotterranee. Bande di predoni motorizzati imperversano incontrollate in superficie. Tutti sono ossessionati dalla costante ricerca dell’acqua, divenuto il bene più prezioso al mondo, contenuto in alcune riserve. Un gruppo di sopravvissuti parte alla ricerca dell’acqua, ma cade nella trappola tesa da un gruppo di fanatici. La loro convinzione è che per purificare il globo occorra sterminare tutti i superstiti delle precedenti guerre atomiche.

Si costituisce così un nuovo gruppo di sopravvissuti, da inviare sulle tracce del precedente, a cui si aggiunge il piccolo Tommy (Luca Venantini), alla ricerca del padre, ormai scomparso nel corso della prima spedizione. Il ragazzino si ritrova a lungo solo dopo l’ennesimo attacco dei predoni dai vestiti stracciati, ma in suo aiuto giunge Alien (Robert Iannucci), uno straniero. Il rombo delle motociclette, truci guerrieri, armi di ogni sorta. Inseguimenti, sparatorie e un finale horror. “Il Giustiziere Della Strada” si pone in scia alla produzione ‘povera’ made in Italy di un trentennio fa, coincidente con un generale impoverimento di idee originali e ridotto allo scimmiottare le grandi produzioni a stelle e strisce pur di riempire le sale cinematografiche che oggi vivono una profonda crisi. La pellicola merita, però, di essere ricordata per la straordinaria soundtrack di Detto Mariano.

Compositore, arrangiatore, paroliere, pianista, produttore discografico ed editore musicale. Il settantasettenne musicista marchigiano ha vissuto per anni vite parallele: dalla militanza nel ‘clan’ di Adriano Celentano alle collaborazioni con storiche voci della musica tricolore quali Al Bano, Mina e Lucio Battisti, finché, ormai maturo, ha deciso di cimentarsi con colonne sonore, dalla durata maggiore, che gli permettevano di allontanarsi dalla forma canzone ‘classica’, traducendo meglio le sue emozioni in note.

Il primo film importante che mi è stato proposto fu “Ratataplan” (1979) di Maurizio Nichetti. Se nel mondo della canzone godevo di ottima considerazione, nel mondo del cinema ero un vero è proprio ‘nessuno’. Non a caso, quella pellicola mi fu proposta solo perché altri due musicisti rifiutarono di musicarla! La fortuna, che mai mi ha abbandonato, fece sì che “Ratataplan” riscuotesse consensi internazionali e che Giorgio Armani mi telefonasse dopo averlo visto mentre veniva proiettato in concorso tra le ‘opere prime’ a Venezia.

Lo stilista mi chiese l’autorizzazione per utilizzarne il tema durante le sue sfilate. Un evento che si ripeté per i successivi tre anni. Dopo “Ratataplan”, entrai in film che, per la qualità dei cast, diventarono campioni d’incassi e mi trasformarono in una specie di scimmietta portafortuna. Molti avrebbero voluto che la mia buona sorte toccasse anche le loro pellicole! Con una telefonata, il produttore Camillo Teti, su suggerimento del montatore Adriano Tagliavia, mi propose di musicare “Il Giustiziere Della Strada”.

La colonna sonora, in ventinove frammenti di diversa durata, è stata a lungo una chimera. Mai pubblicata fino allo scorso marzo, quando Stella Edizioni Musicali, divisione della Private Records di Janis Nowacki, ha deciso di fare le cose in grande per l’ennesima volta, recuperando un piccolo capolavoro d’artigianato e sperimentazione, avanguardia di un sotto-genere horror-disco tornato prepotentemente in voga negli ultimi anni, in un clima di retromania dilagante.

La soundtrack non fu pubblicata in vinile, cassetta o cd solamente per un problema di mercato, non di diritti, quelli li ho io oggi così come li avevo allora. La gente prestava poca attenzione agli album che contenevano brani tratti da film non musicali. Janis Nowacki mi ha contattato via mail, esternando un suo personale gradimento per il mio lavoro. Dal modo in cui mi scriveva, percepivo un sincero apprezzamento e mi sono fidato di lui. Sono entusiasta della qualità della pubblicazione e della sua diffusione promozionale.

L’influenza del sound dei Goblin o, come dicono gli avvocati, in subordine, quella di Mike Olfield è assolutamente pari a zero. Se proprio si volesse avvicinare la colonna sonora ad altre, occorrerebbe andare verso gli allora più recenti “Distretto 13 – Le Brigate Della Morte” (1976) e “Blade Runner” (1982), film di genere dalla grande eco. A conti fatti, era un po’ come succedeva con la disco music: tutti erano consapevoli che aveva bisogno di un tocco particolare, il difficile era riprodurlo senza copiarlo.

Da un punto di vista tecnico, occuparsi di un horror o di una fiaba per bambini era lo stesso in quel periodo, meno che per le atmosfere musicali. Se si trattava di un horror, il compito era spaventare il pubblico, mentre per la fiaba far sognare i bambini. Ognuno ricorreva alle proprie conoscenze musicali e alla propria sensibilità nella scelta di quando, quanto, come e dove favorire la paura o suscitare il sogno. È difficile da spiegare per chi pensa, sente e scrive un’emozione destinata a un ascoltatore.

Una volta visto “Il Giustiziere Della Strada”, per realizzare una soundtrack adeguata sarebbe stata necessaria l’Orchestra Sinfonica di Londra o, quanto meno, il denaro che aveva ‘budgettato’ Vittorio Cecchi Gori per “La Casa Stregata” (1982)! Il produttore Camillo Teti non era in grado di sostenere quella spesa. Gli proposi così la realizzazione dell’intera colonna sonora con uno strumento musicale elettronico, innovativo e speciale. Non un sintetizzatore, ma un campionato di suoni acquistato da una ditta australiana.

Detto Mariano scrisse tutto alla vecchia maniera ma, al posto di convocare un’orchestra, utilizzò il più comodo Fairlight CMI (Computer Music Instrument) in linea con l’atmosfera apocalittica de “Il Giustiziere Della Strada”. Armoniche a bocca, sistri, percussioni, effetti elettronici del tutto inediti trentadue anni fa: con un’attenta programmazione, il Fairlight CMI offriva un’ampia gamma di possibilità, persino l’accordare e il modulare un suono simile a gocce d’acqua con la tonalità di un brano.

Quando nel 1982 vidi il Fairlight CMI in funzione per la prima volta, rimasi sbalordito. Avevo già vissuto l’evoluzione dello spettro degli strumenti musicali e appena superato il momento della batteria elettronica che imitava le diverse componenti di quella vera. Ero in difficoltà con la Linn 9000, perché non riuscivo a capire come uno strumento potesse riprodurre tutte le componenti non come suoni ‘imitati’, ma come suoni ‘reali’. Non me ne capacitavo, non avevo ancora maturato sufficienti cognizioni tecniche.

Una dimostrazione di Pietro Pellegrini al Fairlight CMI mi accese di colpo una luce nel cervello. Tutto ciò che avevo vissuto nel mondo della musica fino a quell’istante era sempre stato un compromesso fra la ‘bellezza’ di quello che volevo fare… e quanto costasse realizzarla. Nella mia vita, i budget sono stati i miei più acerrimi nemici, costringendomi a ricorrere talvolta a soluzioni ritmiche più semplici e, ovviamente, meno costose per supplire certi passaggi tanto lunghi quanto complicati.

Lo strumento importato dalla terra dei canguri non metteva, invece, limiti alla fantasia ed eseguiva, in un tempo ‘ragionevole’, le sequenze musicalmente complesse che m’interessavano. Fu così che mi chiusi sei mesi in studio prima di capire bene con che cosa avessi a che fare, adoperando tra l’altro un manuale in inglese con termini oggi familiari, ma intraducibili allora se non in senso letterale e, forse, inutile come ‘default’, ‘field’, ‘hardware’, ‘loop’, etc. Sfidai me stesso e cercai di vincere la battaglia.

Il tema portante del doppio vinile de “Il Giustiziere Della Strada” diviene leggenda in scia a una fantastica linea di basso ripetuta ai limiti dell’ossessione. La title-track, Exterminators Of The Year 3000 Theme, viene poi più volte declinata in chiave beatless o rivisitata con altre armonizzazioni, più o meno evocative o pompose. Il già citato effetto simile a gocce d’acqua è la particolarità acustica di Mystery Ambient Bell, a cui segue la spettrale Fright Ambient Bells. Police Check e Desert Terror i due interludi del lato A.

Al tamburino di Mystery Ambient Bell (Part 2) sul lato B, succede Desert War Vehicles, una pausa stridula, foriera di suspense. Il sound frammentato della più lunga Barbarian Desert Terror irrompe poco dopo. Dark Feeling, Desert Heat sono, invece, costituite in parte da campioni rallentati o rimodulati della theme song. Desert Walk è l’interludio di chiusura. Il lato C prende il via con Exterminators e Tommy Is Drunk, che continuano a spogliare Exterminators Of The Year 3000 Theme di molti dei suoi orpelli.

L’interludio Kissing Trash, la ripresa di Fright Ambient Bells (Part 2), l’armonica di Senator Passed Away e, all’improvviso, impatta Lasergun Battle, intrisa di mistero. Straordinario il sali e scendi di All The Water Is Gone, di cui Exterminators (Vers. 2) ne segue l’arpeggio. Le tenebre calano con Suspense e Suspense (Part 2), due tracce decisamente sperimentali: dissonante la prima, con un accenno a limiti del drone la seconda. E le sorprese a cura di Detto Mariano non finiscono qui.

L’apertura del lato D riserva la trionfalistica Cobra, un’iniezione di energia e percussioni. Dopodiché prima i due interludi d’attesa, Barbarians Melody e Barbarians Theme, tratti da porzioni di Barbarian Desert Terror, poi gli altrettanto epici Exterminators (Vers. 3) e Exterminators (Vers. 4), caratterizzati dall’assenza del summenzionato basso. La scheggia impazzita Final, in conclusione, suggella un lavoro godibilissimo, forse per pochi appassionati o eletti, ma ora finalmente sul mercato.

Maestro, I would need a soundtrack that, as is his custom, also would enhance my film… what do you think? We want to meet? In the uncertainty that this kind of invitation contained a hidden vein of irony, I went to the appointment at the studio with the director with the certainty of being in front of a new comedy. With amazement, I found myself in front of a science fiction film set in a hypothetical apocalyptic future.

Detto MarianoDetto Mariano and “Il Giustiziere Della Strada” (1983): two stories ever told in more than thirty years, a record never published until a few months ago and, above all, a curious film, little known, to be entered between the sci-fi movies to be discovered, despite the almost complete unavailability on the market and on the web. A low-cost film, Italian-Spanish co-production, inspired by the fictional character of ‘Mad’ Max Rockatansky, played by Mel Gibson in three episodes, directed by George Miller, between 1979 and 1985. Three alternative titles “Exterminators Of The Year 3000”, “Death Warriors” and “El Exterminador De La Carretera”. The adventure in the scent of post-nuclear barbarism, with references to the events of Mad Max ‘road warrior’ (hence the similarity with the Italian title), was directed by Jules Harrison, also known as Giuliano Carnimeo, and written by Elisa Briganti , James A. Prich and Dardano Sacchetti, who worked with Lucio Fulci, Stelvio Massi, Umberto Lenzi and author of the screenplay of “Demons” (1985) by Lamberto Bava.

In the year 3000, the planet Earth, shaken by natural catastrophes, has become a huge desert. The few survivors to the hecatomb are hiding in underground caverns. Motorized marauding gangs raging uncontrolled on surface. All are obsessed with the constant search for water, which has become the most valuable commodity in the world, found in some reserves. A group of survivors in starts searching water, but falls into the trap set by a group of fanatics. Their belief is that to purify the globe necessary to exterminate all the survivors of the atomic previous wars.

Thus constitutes a new group of survivors, to be sent on the previous tracks, with the addition of little Tommy (Luca Venantini), in search of his father, deceased during the first expedition. The boy finds himself alone for long time after another attack by raiders with tattered clothes, but in his help comes Alien (Robert Iannucci), a foreigner. The roar of the motorcycles, grim warriors, weapons of all sorts. Chases, shoot-outs and a horror final. “Exterminators Of The Year 3000” arises in the wake of ‘poor’ production made in Italy thirty years ago, coinciding with a general impoverishment of original ideas and reduced to aping the big productions with stars and stripes in order to fill the cinemas which are experiencing today a deep crisis. The film deserves, however, to be remembered for the extraordinary soundtrack by Detto Mariano.

Composer, arranger, lyricist, pianist, record producer and music publisher. The seventy-seven Italian musician has lived for years parallel lives: from militancy in the ‘clan’ of Adriano Celentano to collaborations with historical voices of tricolor music such as Al Bano, Mina and Lucio Battisti, until, now mature, decided to try the soundtracks way, by longer duration, which allowed him to get away from the ‘classical’ song form, better translating his emotions into notes.

The first important film which somebody offered me was “Ratataplan” (1979) by Maurizio Nichetti. If the song world I’ve enjoyed a great consideration, in the movie one I was nobody. Not coincidentally, I was contacted for that movie only because two other musicians refused to do the soundtrack! Fortune, who never abandoned me, made that “Ratataplan” had international acclaims and Giorgio Armani phoned me after seeing it while it was being screened in competition between the ‘raw’ works in Venice.

The stylist asked me permission to use its theme during his shows. An event that was repeated for the next three years. After “Ratataplan”, I entered into movies that, for the quality of the cast, became blockbusters and transformed me into a kind of lucky monkey. Many would have wanted my good fortune to touch even their films! With a phone call, the producer Camillo Teti, thanks to the suggestion of the editor Adriano Tagliavia, asked me to set to music “Exterminators Of The Year 3000”.

The soundtrack, in twenty-nine fragments of varying length, has long been a pipe dream. Never published until last March, when Stella Edizioni Musicali, a division of Private Records run by Janis Nowacki, decided to make it big for the umpteenth time, recovering a little masterpiece of craftsmanship and experimentation, pioneering of a sub-genre horror-disco back strongly in vogue in recent years, in a climate of rampant retromania.

The soundtrack was not released on vinyl, cassette or cd only to a market problem, not a rights one, those I have today as I had them long time ago. People paid little attention to the album that contained excerpts from film music. Janis Nowacki contacted me by mail, expressing his personal appreciation for my work. By the way he wrote to me, I sensed a sincere appreciation and I trusted him. I’m thrilled with the quality of the publication and its promotional spread.

The influence of the Goblin sound or, as lawyers say, in the alternative, that of Mike Olfield is absolutely zero. If we really want to bring the score to other ones, should reach out to newer as “Assault On Precint 13” (1976) and “Blade Runner” (1982), moves from the great echo. On balance, it was a bit as happened with disco music: everyone was aware that it needed a special touch, the difficult was play it without copying it.

From a technical point of view, dealing with a horror or a children’s story was quiet the same at that time, less than for the musical atmosphere. If it was a horror, the task was to scare the public, while for the fairy tale make children dreaming. Each resorted to his musical knowledge and his own sensitivity in the choice of when, what, how and where to promote fear or arouse the dream. It’s hard to explain to anyone who thinks, feels and writes an emotion for a listener.

After seeing “Exterminators Of The Year 3000”, to achieve an appropriate soundtrack it would have been necessary the London Symphony Orchestra or, at least, the money who Vittorio Cecchi Gori gained for “The Haunted House” (1982)! The producer Camillo Teti was not able to sustain that spending. So I proposed the creation of the entire soundtrack with an electronic musical instrument, innovative and special. Not a synthesizer, but a collector of sounds bought from an Australian company.

Detto Mariano wrote it all in the old fashioned way but, instead of convening an orchestra, he used the most comfortable Fairlight CMI (Computer Music Instrument) in line with the apocalyptic atmosphere of “Exterminators Of The Year 3000”. Harmonicas, castanets, drums, electronic effects all novel thirty-two years ago: with a careful planning, the Fairlight CMI offered a wide range of possibilities, even tuning and modulating a sound similar to drops of water with the key of a song.

When I saw the Fairlight CMI in operation for the first time in 1982 , I was astonished. I had already experienced the evolution of the spectrum of musical instruments and just passed the time of drum machine that mimicked the different components of the real one. I was in trouble with the Linn 9000, because I could not understand how an instrument could play all of the components not as ‘imitated’ sounds, but as ‘real sounds’. I cannot think about these, I had not yet acquired sufficient technical knowledge.

A demonstration of Pietro Pellegrini at Fairlight CMI suddenly lit a light in my brain. All that I had lived in the world of music until that moment had been a compromise between the ‘beauty’ of what I wanted to do… and realize how much it costs. In my life, the budgets have been my most bitter enemies, sometimes forcing me to resort to simpler and, of course, to adopte less expensive solutions to make up for certain rhythmic passages as long as complicated.

The imported instrument from the land of kangaroos had not set, however, limits to the imagination and carried out, in a ‘reasonable’ time, complex music sequences that interested me. So I remained six months in the studio before realizing well with what I had to do, using among other things a book in English with terms familiar today, but then quite impossible to translate literally and perhaps useless as ‘default’, ‘field’, ‘hardware’, ‘loop ‘, etc. I challenged myself and tried to win the battle.

The main theme of the double vinyl of “Exterminators Of The Year 3000” becomes legendary in the wake of a fantastic bass line repeated at the limits of obsession. The title-track, Exterminators Of The Year 3000 Theme, is then repeatedly declined in a beatless key or revisited with other harmonies, more or less evocative or pompous. The aforementioned effect similar to water droplets is the acoustic peculiarities of Mystery Ambient Bell, followed by the spectral Fright Ambient Bells. Police Check and Desert Terror the two interludes of side A.

The drummer of Mystery Ambient Bell (Part 2) on side B, happens Desert War Vehicles, a shrill pause, fraught with suspense. The sound of the longest fragmented Barbarian Desert Terror bursts shortly after. Dark Feeling and Desert Heat are, however, partly comprise by slowed samples or reformulated the theme song. Desert Walk is the closing interlude. Side C kicks off with Exterminators and Tommy Is Drunk, who continue to strip Exterminators Of The Year 3000 Theme of many of its trappings.

The interlude Kissing Trash, a reprise of Fright Ambient Bells (Part 2), the harmonica of Senator Passed Away and, suddenly, impacts Lasergun Battle, steeped in mystery. The extraordinary ups and downs of All The Water Is Gone, which Exterminators (Vers. 2) follows its arpeggio. Darkness falls with Suspense and Suspense (Part 2), two very experimental tracks: the first dissonant, with a reference to the limits of drone the second. And the surprises edited by Detto Mariano does not end there.

The opening of side D reserves the triumphalistic Cobra, an injection of energy and percussions. After that first two waiting interludes, Barbarians and Barbarians Melody Theme, taken from different portions of Barbarian Desert Terror, then the equally epic Exterminators (Ver. 3) and Exterminators (Ver. 4), characterized by the absence of the aforementioned bass. The loose cannon Final, in conclusion, seals an enjoyable work, maybe for a few enthusiasts or elected, but now finally on the market.