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C’è una sottile differenza tra ‘fuck’ e ‘funk’. Due parole separate soltanto da una consonante possono ugualmente coesistere tra i solchi di un vinile. “Sex Fever” (2014) del compositore Gerhard Heinz prova a esplicitare nel miglior modo possibile il complesso rapporto tra immagini esplicite e sonorità altrettanto bollenti.
Il musicista austriaco è stato uno dei pionieri della musica per film porno softcore, con numerose colonne sonore commissionategli sul finire degli anni Settanta, in piena età disco music. La sua carriera aveva preso il via nel decennio precedente, presso la Polydor come produttore e vocal coach per artisti del calibro di Domenico Modugno, Milva e Rita Pavone.
L’esperienza con la settima arte la conseguente deriva. Gerhard Heinz si è confrontato con più generi, tra commedie, drammatici e thriller, nella maggior parte dei casi veri e propri ‘B-movie’. Le sue note, però, non sono apparse mai banali o scontate e, come in “Sex Fever” (1978), si adattano perfettamente ai fotogrammi della pellicola.
Conosciuto in Italia come “L’Ultima Isola Del Piacere”, il film diretto da Hubert Frank è uno dei tanti esempi di ‘sexploitation’, cioè una produzione indipendente e a basso costo il cui obiettivo principale si traduceva nell’esibizione di situazioni sessuali e nudità gratuite, pregiudicando talvolta l’andamento della sceneggiatura, dai risvolti più improbabili.
“Sex Fever” è ambientato alle Mauritius, tra traffici di droga e di esseri umani, con la detective Peggy, interpretata da Olivia Pascal, impegnata a sbrogliare la matassa criminale. La donna è al servizio della donna più potente dell’isola, Lady Henriette, con il volto di Lili Murati, una particina nel monumentale “Il Dottor Živago” (1965) di David Lean.
La nipote della signora, Julia (Bea Fiedler) è sposata con lo scapestrato Michael (Philippe Garnier) dedito al gioco d’azzardo, pieno di debiti e solito intrattenersi con più amanti. Una di queste, la bella Sylvia (Élisa Servier, ma accreditata come Marina Mervil), è attratta dagli averi della ricca nonna ed escogita così un piano per farla assassinare dall’uomo, salvo vari colpi di scena.
Lo score di Gerhard Heinz, mai rilasciato in oltre trent’anni, accompagna attentamente lo svolgimento dell’azione. Il suo recupero nasce su iniziativa di Janis Nowacki della Private Records, che confeziona un’edizione in vinile da tre colori, con poster e, soprattutto, con vibratore incluso. La storia della sublabel Vinyl Of Austria Group Vienna, o Vagienna (nomen omen), comincia qui.
Il lato A si apre con Eingeborenen Tanz, la traccia vocale portante, poi subito spazio a Isle Of Reggae, tra flauti e violini, un continuo funk, morbido, rotondo, con bassi continui, ma non invadenti. Isle Of Lesbos, invece, è ritmo senza compromessi: le pulsioni del sintetizzatore si sovrappongono a scie cosmiche, stridule, in piena armonia con i dettami dell’epoca.
Segue Tempel, introducendo un ascolto più corposo ma, soprattutto, raccolto, quasi meditativo nell’atto di strizzare l’unico occhio rimasto aperto a certe sonorità da abbandono dell’Oriente. Il groove di Isle Of Love (Instrumental) è puro vento nei capelli: avviata da un battito di mani, è la traccia più disco dell’intero album. Esplosiva.
Il lato B parte in punta dei piedi con Lokal, una delicata, introversa e timida melodia di supporto per attimi di riflessione; mentre la successiva Titel Tanz riserva un’andatura leggermente più frizzante. Archi in primo piano con Die Alte, prima che sopraggiungano percussioni e sintetizzatori per rendere l’atmosfera ancora più thrilling.
Nell’esprimere un mix di erotismo e pericolo, Gerhard Heinz continua così a mescolare influenze più disparate. La più solare Detektivin, infatti, riserva un approccio jazz. Dopodiché, ritorno Isle Of Love, ma in versione vocale. In chiusura, una doppia curiosità. Entrambi i lati del disco offrono una sorta di ghost track subito dopo la fine dell’ultimo brano.
Vinyl is sexy! La richiesta per “Sex Fever / Die Insel Der Tausend Freuden” è stata sorprendente. Inevitabile la ristampa una volta schizzato il prezzo. Le buone notizie non finiscono qui: in arrivo il gigantesco ost di Gerhard Heinz per lo slasher “Bloody Moon” (2015), in italiano “Profonde Tenebre” (1981) di Jess Franco, su Stella International. Janis Nowacki non riesce a stare fermo.
There is a subtle difference between ‘fuck’ and ‘funk’. Two words only separated by one consonant can also co-exist between the grooves of a vinyl record. Composer Gerhard Heinz‘s “Sex Fever” (2014) tries to explain as best as possible the complex relationship between explicit images and equally hot sounds.
The Austrian musician was one of the pioneers of music for softcore porn movies, with numerous soundtracks commissioned from the late seventies, during the long season of disco music. His career had started in the previous decade, at Polydor as a producer and vocal coach for the likes of Domenico Modugno, Milva and Rita Pavone.
Experience with the seventh art the consequent drift. Gerhard Heinz confronted himself with multiple genres, including comedies, dramas and thrillers, in most cases true ‘B-movies’. His notes, however, did not appear never banal or discounted and, as in “Sex Fever” (1978), are perfectly suited to the film frames.
Known in Italy as “L’Ultima Isola Del Piacere”, the movie directed by Hubert Frank is one of many examples of ‘sexploitation’, that is an independent production at low cost whose main objective is translated in the exhibition of sexual situations and free nudity, sometimes jeopardizing the performance of the script, by the most unlikely aspects.
“Sex Fever” is set in Mauritius, including trafficking in drugs and human beings, with detective Peggy, played by Olivia Pascal, committed to unravel the skein criminal. The woman is at service of island most powerful woman, Lady Henriette, with the face of Lili Murati, a bit part in the monumental “Doctor Zhivago” (1965) by David Lean.
The granddaughter of Mrs. Julia (Bea Fiedler) is married to the dissolute Michael (Philippe Garnier) addicted to gambling, in debt, who usually entertains himself with more lovers. One of these, the beautiful Sylvia (Élisa Servier, but credited as Marina Mervil), is attracted by the assets of the rich grandmother and so devises a plan to get her man to murder her, except several twists.
Gerhard Heinz’s score, never released in over thirty years, closely accompanies the development of the action. His recovery was established at the initiative of Private Records‘ Janis Nowacki, who produces a three colors vinyl edition, with posters and, above all, with the included vibrator. The history of the sub label Vinyl Of Austria Vienna Group, or Vagienna (nomen omen), starts here.
Side A opens with Eingeborenen Tanz, the mai vocal track, then immediately spaces in Isle Of Reggae, including flutes and violins, a continuous funk, soft, round, with ongoing bass, but not intrusive. Isle of Lesbos, however, is rhythm without compromise: synthesizer drives are overlapped on cosmic trails, shrill tones, in full harmony with the dictates of that time.
Then is the turn of Tempel, introducing a thicker listening but, above all, snug, almost meditative in the act of squeezing the last open eye to certain interesting East abandonment sounds. The Isle Of Love Groove (Instrumental) is pure wind in your hair: initiated by a hand clap, is the hard track of the album. Explosive.
Side B starts on tiptoe with Lokal, a delicate, introverted and shy melody in order to support moments of reflection; while the following Titel Tanz reserves a slightly sparkling gait. Arches in the foreground with Die Alte, before come percussions and synthesizers to make the atmosphere even more thrilling.
Expressing a mix of eroticism and danger, Gerhard Heinz continues to catch disparate influences. The more solar Detektivin, in fact, reserve a jazz approach. After that, returns Isle Of Love, but as vocal version. In closing, a double curiosity. Both sides of the disc offer something like a ghost-track immediately after the end of the last one.
Vinyl is sexy! The request for “Sex Fever / Die Insel Der Tausend Freuden” was amazing. Inevitable the repress once splashed the price. The good news does not end there: is going to be released a giant ost made by Gerhard Heinz for slasher “Bloody Moon” (2015), in Italian “Profonde Tenebre” (1981) by Jess Franco, on Stella International. Janis Nowacki can not sit still.