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Se “I Corpi Presentano Tracce Di Violenza Carnale” (2015), i solchi ne offrono numerose di pregevole fattura. La pubblicazione in vinile della soundtrack di Guido e Maurizio De Angelis per il film di Sergio Martino, rinominato “Torso” per il mercato USA, colma un inspiegabile vuoto. Il commento musicale è rimasto inedito per oltre un trentennio finché prima la RCA, in uno split (1999) con “Gatti Rossi In Un Labirinto Di Vetro” (1975) di Bruno Nicolai, e poi la Digitmovies (2008) ne hanno rilasciato differenti versioni in cd: la prima parziale, la seconda espansa.
Dagored, da dodici mesi iperattiva con un tourbillon di ristampe, ha recuperato quest’ultima, proiettandola su un doppio con nuova copertina, in edizione limitata e, soprattutto, in vinile bianco crema con macchie rosso sangue. Una gioia per gli ascoltatori e collezionisti. Diretto da uno dei più grandi registi di genere in Italia, “I Corpi Presentano Tracce Di Violenza Carnale” (1973) è un titolo imprescindibile per comprendere l’evoluzione del giallo e del thriller nel corso degli anni Settanta, perché agli elementi pronti a divenire ‘classici’ ne aggiunge anche di nuovi.
Presentato due anni dopo “Reazione A Catena” (1971), tra i gialli più spietati di Mario Bava, il film ne condivide il cinismo di fondo, divenendo un altro esempio, o prototipo, di slasher, genere in voga all’estero nel decennio successivo, affermatosi a partire da “Halloween – La Notte Delle Streghe” (1979) di John Carpenter. La pellicola presenta una storia, forse, poco originale, ma dalla solida struttura narrativa, resa più interessante da alcune novità come, ad esempio, il look in controtendenza dell’assassino o il ribaltamento della prospettiva della vittima nei suoi confronti.
“I Corpi Presentano Tracce Di Violenza Carnale” è stato girato tra Perugia, Orte (VT) e Tagliacozzo (AQ), infilando in serie immagini di scorci urbani popolati da studenti, spazi immersi nel verde e una villa in cima a una montagna. Questi ultimi luoghi teatro di violenze non sono particolarmente sopra le righe perché, nonostante l’irruenza del titolo, il regista romano evita gli effetti gore gratuiti, gli stessi che abbonderanno nei lavori dei suoi numerosi epigoni europei e transoceanici, a favore del giusto mix tra suspense e ritmo, complice il serrato montaggio di Eugenio Alabiso.
Oltre il prologo, con nudi femminili fotografati in giochi erotici, il “I Corpi Presentano Tracce Di Violenza Carnale” prende il via da una lezione di storia dell’arte all’università di Perugia. Due studentesse che seguivano il corso fra le prime vittime di un maniaco. In un clima di ansia e sospetti, quattro loro amiche decidono di rifugiarsi in un’isolata casa di campagna, ma l’assassino le segue e spia di continuo. L’uomo dal passamontagna azzurro uccide prima un muto guardone e, poi, un loro spasimante che aveva tentato di aggregarsi alla comitiva. Infine, l’assalto notturno alla villa.
La strage è servita. Mentre fuori splende il Sole, l’uomo fa a pezzi, con un seghetto, tre ragazze su quattro. Per una fortuita casualità, Jane è riuscita a salvarsi, ma assiste impotente alla perversione del killer. Quando un rumore ne svela il suo nascondiglio, ecco il colpo di scena. L’assassino rivela la sua identità: è il professore di storia dell’arte, divenuto folle a causa di un incidente in cui aveva perso la vita il fratello quando erano bambini. Un episodio che complica i suoi rapporti con l’altro sesso, a cominciare da quelli con alcune studentesse, da cui è stato ricattato per gli scatti hard.
La donna riuscirà a sfuggire alla sua furia grazie all’intervento del medico che l’aveva curata dopo una caduta. Il personaggio di Jane è interpretato da Suzy Kendall, protagonista della pellicola apripista del giallo-thriller di nuova generazione, cioè “L’Uccello Dalle Piume Di Cristallo” (1970) di Dario Argento. Sergio Martino segue la scia di sangue del maestro del brivido, affidandosi alla sua prima attrice e incorporando nel suo cinema una serie di stilemi quali corpi nudi, bambole, traumi infantili, guanti di pelle, claustrofobie, dettagli (stavolta un foulard), soggettive e grandangoli.
La colonna sonora risente, invece, della tendenza affermatasi con i lavori di Ennio Morricone per la ‘trilogia zoonomica‘ di Dario Argento. Anche “I Corpi Presentano Tracce Di Violenza Carnale”, uno dei film più efferati dei primi anni Settanta, è infatti musicato da temi in aperto contrasto con la crudeltà degli eventi narrati. Guido e Maurizio De Angelis, ex turnisti di intere sessioni di registrazione e meglio noti al grande pubblico come Oliver Onions, realizzano una partitura energica, con brani dotati di una propria forza qualora slegati dai fotogrammi proiettati sullo schermo.
La stampa della Dagored ne riporta, inoltre, una versione espansa, con trentatré tracce suddivise su quattro lati. Il primo è dedicato ai temi principali, alcuni accomunati da una vena vagamente country, mentre i successivi tre ne offrono numerose versioni alternative eccetto una traccia, Ritorno Alla Vita, una sorta di boccata d’aria finale. La soundtrack prende il via con il dolce jazz de I Corpi Delle Vittime (Titoli), un’apertura bucolica, con il sassofono in evidenza. Segue Il Primo Omicidio, intrisa di mistero, con poche note di pianoforte quale preludio a un più sostenuto ritmo di chitarra.
Dopodiché Perugia, sottofondo lounge alla vita degli studenti, e Università, un altro momento pacifico tra chitarra e flauto. Con Macellazione cresce, invece, la tensione. Ancora spensieratezza in Il Professore, ma l’atmosfera diviene macabra con La Strage Ha Inizio, un crescendo ossessivo di chitarra e pianoforte, e Corpi Smembrati, netta successione di note tra pianoforte e accordi di chitarra, su cui s’inserisce ancora la melodia del flauto. Ricordo Di Una Tragedia Lontana si pone come traccia d’attesa in vista di Raccapriccio, dominata da sospiri inquietanti e lugubri effetti sonori.
Beat, folk, prog rock, minimalismo e altre sperimentazioni, come le registrazione al contrario di Raccapriccio per Raccapriccio #2 e Raccapriccio #3. Lo score dei due fratelli è ricco di suggestioni musicali diverse fra loro, in linea sia con la fertilità sonora del periodo che, soprattutto, con il loro background da compositori prestati alla commedia di Bud Spencer e Terence Hill e al cinema dei ‘mondi neri’, senza dimenticare incursioni tv, tra cui la sigla italiana dell’anime “Galaxy Express 999” (1982) e gli arrangiamenti per altri cantanti, Lucio Dalla in testa. Versatilità fa rima con qualità.
If “The Bodies Bear Traces Of Carnal Violence” (2015), the grooves will offer plenty of fine workmanship. The publication of the vinyl soundtrack by Guido and Maurizio De Angelis for the film by Sergio Martino, renamed “Torso” for the US market, filled an inexplicable void. The musical score has remained unpublished for more than three decades until first RCA, in a split (1999) with “Eyeball” (1975) by Bruno Nicolai, and then Digitmovies (2008) have released different versions in cd: the first partial, the second expanded.
Dagored, overactive during the last twelve month with a tourbillon of reprints, recovered it, projecting it on a double with a new cover, limited edition and, above all, creamy white vinyl with red blood stains. A joy to listeners and collectors. Directed by one of the greatest italian directors of the Seventies, “The Bodies Bear Traces Of Carnal Violence” (1973) is an essential way to understand the evolution of giallo movies and thrillers over the following years, because some elements are ready to become ‘classical’ and it also adds new ones.
Presented two years after “A Bay Of Blood” (1971), among the most ruthless Mario Bava‘s giallo, the film shares its underlying cynicism, becoming another example, or prototype, of slasher, generally in vogue abroad in the decade next, that emerged from “Halloween” (1979) by John Carpenter. The film presents a story, maybe, not very original, but with a solid narrative structure, made more interesting by some novelties such as, for example, the killer strange look or the overturning of the victim’s perspective to him.
“The Bodies Bear Traces Of Carnal Violence” was filmed between Perugia, Orte (VT) and Tagliacozzo (AQ), putting in a series of urban views images populated by students, surrounded by green spaces and a villa on top of a mountain. These latest violence theater places are not particularly over the top because, despite the vehemence of the title, the Roman director avoids free gore effects, the same ones that abound in the works of his numerous followers in Europe and United States, in favor of the right mix of suspense and rhythm, aided by the tight editing of Eugenio Alabiso.
Besides the prologue, photographed in erotic games with female nudes, “The Bodies Bear Traces Of Carnal Violence” kicks off with a lesson in art history at the University of Perugia. Two students who followed the course among the first victims of a maniac. In a climate of anxiety and suspicion, four female friends decide to take refuge in an isolated country house, but the murderess follows and constantly spy them. The man with the blue balaclava kills first a silent voyeur and, then, one of their suitors who had tried to tag along for the ride. Finally, the night assault to the villa.
The massacre is served. While the sun is shining outside, the man hacks up with a saw, three out of four girls. By a fortuitous coincidence, Jane was able to save himself, but stands powerless to the perversion of the killer. When a noise reveals her hideout, here’s the twist. The murderess reveals his identity: he is a professor of art history, become insane due to an accident in which he killed his brother when they were children. An episode that complicates his relationships with the opposite sex, starting with those with some female students, from which it was blackmailed for hard shots.
She manages to escape his fury thanks to the intervention of the doctor who had taken care of after a fall. The character of Jane is played by Suzy Kendall, star of the forerunner of the new generation of giallo-thriller movies, that is, “The Bird With The Crystal Plumage” (1970) by Dario Argento. Sergio Martino follows the blood trail of the master of suspense, relying on his first actress and incorporating a number of visual cues such as naked bodies, dolls, childhood trauma, leather gloves, claustrophobia, details (this time a headscarf), subjective and wide angles.
The soundtrack is affected, however, by the trend established with the work of Ennio Morricone for the ‘animal trilogy’ of Dario Argento. Even “The Bodies Bear Traces Of Carnal Violence”, one of the most heinous of the early Seventies movies, is in fact bound with thems in sharp contrast with the cruelty of the events. Guido and Maurizio De Angelis, former shift workers of entire recording sessions and better known to the general public as Oliver Onions, realize an energetic score, with songs with their own strength if disconnected from the frames projected on the screen.
Dagored repress also reports an expanded version, with thirty-three tracks split on four sides. The first is dedicated to the main themes, some share a vaguely country vein, while the next three will offer numerous alternative versions except for one track, Ritorno Alla Vita, a sort of final breath of fresh air. The soundtrack kicks off with the sweet jazz of I Corpi Delle Vittime (Titoli), an opening bucolic, with the saxophone in evidence. The following Il Primo Omicidio, steeped in mystery, with a few notes of the piano as a prelude to a more sustained rhythm guitar.
After Perugia, lounge background to the lives of students, and Università, another peaceful moment between guitar and flute. With Macellazione grows, however, the voltage. Still thoughtlessness in Il Professore, but the atmosphere becomes macabre with La Strage Ha Inizio, an obsessive crescendo of guitar and piano, and Corpi Smembrati, net succession of notes between piano and guitar chords, the melody of which still fits the flute. Ricordo Di Una Tragedia Lontana stands as the waiting track in sight of Raccapriccio, dominated by disturbing sighs and eerie sound effects.
Beat, folk, prog rock, minimalism and other experiments, such as contrariwise registration of Raccapriccio for Raccapriccio #2 and Raccapriccio #3. The score of the two brothers is full of different musical influences, in line as the sound fertility of the period as, especially, with their background of composers given to the comedy of Bud Spencer and Terence Hill and to the ‘blacks worlds cinema’, without forgetting tv raids, including the Italian theme for the “Galaxy Express 999” (1982) and arrangements for other singers, Lucio Dalla in the head. Versatility is synonymous with quality.