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Ogni cento grammi di droga c’è un uomo morto nel mondo.
Una sottile linea bianca unisce Hong Kong a Roma, Bogotà a New York. Fabio, un agente dell’International Narcotic Bureau, giunge a Fiumicino con un ingente quantitativo di stupefacenti e si fa arrestare. In tal modo riesce a incontrare Gillo e Vera, forse più vittime che criminali, e a prendere contatto con il potente boss Le Roy, a capo di un’organizzazione criminale statunitense.
Nascosta dietro il paravento di un istituto farmaceutico, quest’ultima trasferisce da Roma la merce trattata in un laboratorio clandestino. Fabio s’infiltra come corriere tra le sue fila, ma è seguito a distanza dal suo vero capo, Mike Hamilton. Ciò nonostante, una volta scoperta la sua identità, sarà costretto a battersi da solo contro i malavitosi tra sparatorie e inseguimenti.
“La Via Della Droga” (1977), con la regia di Enzo G. Castellari, uscì nelle sale il tra l’agosto e il settembre di trentanove anni fa, ottenendo buoni risultati al botteghino. La pellicola si classificò al trentacinquesimo posto tra quelle più visti in Italia e all’ottavo nel quadro della ristretta schiera delle vietati ai minori, a causa sia di scene violente e l’uso dettagliato di droghe.
Il film, girato in inglese e distribuito anche in Sudamerica, si è poi trasformato in un piccolo caso fino al 2010, quando sono decadute le restrizioni impostegli, perché mai trasmesso in televisione in oltre trent’anni, neanche da reti locali, e rimasto inedito in videocassetta fino alla pubblicazione in edicola per Hobby & Work, mentre ne erano già circolate edizioni in Germania e Giappone.
“La Via Della Droga” appartiene di diritto al prolifico filone dei polizieschi girati nel pieno degli ‘anni di piombo’, in continuità di genere con altri titoli del regista quali “La Polizia Incrimina, La Legge Assolve” (1973), “Il Cittadino Si Ribella” (1974) e “Il Grande Racket” (1976), ma più incentrato sull’aspetto decadente della società degli anni Settanta, ormai sconvolta dalle droghe.
Un altro tratto comune ad altre opere del regista romano, che appare in un cammeo nei panni di uno spacciatore di Amsterdam, spesso incline a denunciare aspetti sociali che riguardavano parecchio da vicino la vita di ogni cittadino. I nuovi pericoli erano, infatti, nascosti a pochi metri dalla propria abitazione, così come esplosivi collocati in più o meno ampi luoghi di ritrovo.
La sceneggiatura ha, forse, qualche pecca, alcune sequenze appaiono quasi surreali, alcuni personaggi sono poco curati sotto il profilo psicologico o troppo stereotipati, ma la regia è solida e sanguigna come sempre, abile nel catturare l’attenzione dello spettatore, perché i movimenti di macchina sono fluidi e gli stuntman appaiono in grande forma atletica.
“La Via Della Droga” è degrado e squallore. Capannoni e rimesse abbandonate. Le scazzottate, il finale mozzafiato e, soprattutto, l’interessante colonna sonora dei Goblin, penultimo lavoro del quartetto storico. La band viveva un momento di grande notorietà, complice il boom di “Suspiria” (1977) e il successo del primo album solista, “Roller” (1976), entrambi rilasciati su Cinevox.
Una volta composta la soundtrack di “Zombi (Dawn Of The Dead)” (1978) di George Romero, il primo a lasciarlo sarà il chitarrista Massimo Morante, seguito poi dal tastierista Claudio Simonetti dopo “Squadra Antigangsters” (1979) e “Amo Non Amo” (1979), con la band nelle mani del bassista Fabio Pignatelli e del batterista e percussionista Agostino Marangolo.
Il produttore Gallano Juso rinunciò così a proseguire la collaborazione con Guido e Maurizio De Angelis, già impegnati con le partiture per i film di Enzo G. Castellari, per puntare sui Goblin, due anni dopo l’altrettanto acclamato score di “Profondo Rosso” (1975), ricreando un’accoppiata vincente con l’attore David Hemmings, qui superiore del coraggioso protagonista Fabio Testi.
I quattro musicisti ottennero il placet dalla Cinevox, con cui erano sotto contratto, disponibile a svincolarli dal binomio con Dario Argento e i suoi thriller e horror. Un’occasione da non lasciarsi scappare per allargare i propri orizzonti creativi e, in parallelo, un nuovo lavoro da portare a termine, con la prospettiva di guadagnare ulteriori consensi nel mondo del cinema.
Nonostante i discreti incassi del film e la qualità della colonna sonora, la Cinevox rinunciò a stamparla in vinile, non conservandone neppure una versione stereo del master, rimasto a lungo mono. Diciotto anni dopo l’uscita del film nelle sale, le prime tracce dello score furono pubblicate per conto di DRG Records in “Goblin: Their Hits, Rare Tracks & Outtakes Collection 1975-1989” (1995).
Altre quattro finirono nella compilation giapponese “Eccitante! Goblin” (1997) su Avanz. La label romana colmò poi il vuoto discografico con l’edizione in cd de “La Via Della Droga” (1998). Oltre David Hemmings e Fabio Testi in bella mostra in copertina, la sorpresa di ritrovarsi con un elenco di titoli differenziati soltanto da un numero sequenziale, scegliendo ancora di non rinominarli.
Di recente, ne è stata rilasciata una nuova di zecca (2015), con differente copertina, che stavolta richiama una delle locandine più utilizzate per promuovere la movimentata pellicola. All’interno del cd, sono state segmentate le tredici tracce già presenti, alzando il totale a ventisei complessive, con quattro minuti in più rispetto al precedente conteggio di soli ventotto.
Per il Record Store Day, AMS ha scelto, invece, di ristampare la soundtrack in vinile bianco (2016): un’edizione speciale, con poster e note a cura di Fabio Capuzzo. Il numero dei brani è salito a trentaquattro, rigenerati in scia alla procedura seguita dagli stessi Goblin durante l’editing dell’ost. Per ridurre i costi, la band era solita entrare in studio solo per incidere le versioni base dei temi principali.
Dopodiché, i quattro creavano al mixer i take necessari per ogni sequenza, tra tagli e sovrapposizioni delle parti già registrate. Un simile modus operandi ha permesso di analizzare nuovamente ogni singolo frammento audio, per un minutaggio finale di quarantotto minuti. Una piccola soddisfazione per l’etichetta di Matthias Scheller e i numerosi fan dei Goblin.
Il gruppo aveva composto numerosi brani, realizzando una partitura ricca, dalle sfumature jazz-rock, sfruttata a dovere dal regista. I primi quattro minuti del film, segnati dalle gesta dei narcotrafficanti globali, sono una specie di videoclip, con in primo piano la musica contenuta nella traccia Amsterdam – Hong Kong – Cartagena – Roma – New York, M1-M4 (Film Version).
Un mix di quattro frammenti combinati a dialoghi e altri effetti sonori fu un incipit notevole. La ben definita sezione ritmica costituì, poi, il fiore all’occhiello dell’intero lavoro. Inspiegabilmente, però, il regista finì per non utilizzare il groove con rimandi caraibici di Motorcross At Caracalla, M31 (Unused), una prova di forza di Agostino Marangolo e Fabio Pignatelli, per l’ultimo inseguimento.
Il lato A della ristampa riparte, invece, da La Via Della Droga, M1, M4, End Titles (Full Version), simile alla citata Amsterdam – Hong Kong – Cartagena – Roma – New York, M1-M4 (Film Version), una composizione incentrata sulle note della chitarra elettrica in delay con basso e batteria a sostegno. Agli assoli di Massimo Morante si aggiunge, poi, un gradevole sottofondo d’organo.
L’esotica Hong Kong (Main Titles), M2 commenta gli spostamenti dell’agente Fabio nei canali della metropoli orientale, con il ticchettio di piatti effettati, basso sempre pulsante, grancassa e un coro di voci in sottofondo. Cartagena, M3, per rimarcare la fuga di un corriere colombiano braccato dalla polizia, è un altro pezzo dal sapore latino, con chitarre acustiche, basso e svariate percussioni.
Seguono The Couriers’ Arrival M5, poche note di attesa, e The Stakeout, M6, ripresa della traccia precedente con arpeggio di chitarra e maggiore apporto percussivo, accompagna il pedinamento di un corriere e sarà più volte riarrangiata nel corso della soundtrack. Blitz At The Hotel, M7 pone ancora le percussioni in primo piano, abbassando il volume della chitarra.
Oltre l’interludio Drug Coat, M8, Beating, M9 e Withdrawal Symptoms, M10 si caricano di suspense per rimarcare le scene di droga: la prima canonizza lo stile gobliniano, con esplosioni improvvise, mentre la seconda ne propone alcune variazioni. Salite e discese sonore sono presenti anche in Heroin, M11 e Heroin, M11 (Unused Version), dall’introduzione differente.
Ancora brillanti ripartenze e nette percussioni in Abjection / Jailbreak M12+M13 e Mike And Fabio, M14. La lenta Psychedelic Lesbo, M15, seguita dalla sua versione alternativa Psychedelic Lesbo, M15 (Unused Version), si apre con effetti di tastiera, per un clima allucinogeno, ideale sottofondo dell’amplesso tra la prostituta Vera, a caccia di soldi, e una sua ‘cliente’.
Tra i tamburi e i rintocchi dei due interludi, Manhunt, M16 e Jewelry Store Robbery, M18, si assesta Assignment In Genoa, M17, altrettanto vibrante. Il lato B prende il via con la coppia The End Of Gillo And Vera, M19 e The End Of Gillo And Vera, M19 (Unused Version), cioè ancora barlumi di psichedelia e tensioni sonore da incubo per un sotteso senso di malessere.
Diretto seguito di tale insana atmosfera sono le polverose The Bait, M20 e Courthouse, M21, dominate dalle tastiere di Claudio Simonetti e un pugno di accordi di chitarra. Alla brevissima e misteriosa Shooting At The Courthouse, M22 si contrappone, in seguito, il super funk di Motorbike Escape, M23. Il ritmo è intenso anche i Tailing 1, M24 e Tailing 2, M25.
Poche le differenze tra le due tracce, con occasionali accelerazioni e calde percussioni. Raid At The Chemical, M26 I/II si pone, invece, come l’ennesima frenata psichedelica, utile per rimarcare i fotogrammi propri dei traffici di droga. Un attimo dopo, Breathless Run, M27 si pone come versione jazz-rock di The Stakeout, M6 e sottolinea splendidamente la fuga nei campi del protagonista.
Fabio è incalzato dai temibili sicari del boss Le Roy e i Goblin si prodigano in un giro incalzante di chitarra elettrica, magistralmente sostenuto da basso e batteria, con ulteriori ed efficaci passaggi al sintetizzatore. Tre, poi, gli interludi – In The Construction Site, M28, Chased, M29 e In The Tunnel, M30 – prima della citata, e presente solo nel trailer, Motorcross At Caracalla, M31 (Unused).
Discorso analogo per Air Duel, M32, una ripresa della precedente traccia con assoli di batteria. Infine, la colonna sonora de “La Via Della Droga” ricomincia da dove era iniziata e sfuma sul sopramenzionato mix Amsterdam – Hong Kong – Cartagena – Roma – New York, M1-M4 (Film Version). Un gran finale di una band oggi ancora attiva e ormai leggendaria.
There is a dead man in the world every hundred grams of drugs.
A thin white line connects Hong Kong to Rome, Bogotà to New York. Fabio, an International Narcotic Bureau agent, arrives at Fiumicino with a significant quantity of drugs and ends up in handcuffs. In this way he meets Gillo and Vera, perhaps more victims than criminal, and get in contact with the powerful boss Le Roy, head of an US criminal organization.
Hidden behind the screen of a pharmaceutical institution, the latter moved the goods handled in a clandestine laboratory in Rome. Fabio seeps as a courier in its ranks, but it is followed at a distance by his real boss, Mike Hamilton. However, once discovered his identity, he will be forced to fight alone against criminals between shootings and car chases.
“The Heroin Busters” (1977), directed by Enzo G. Castellari, came out in theaters in August-September of thirty-nine years ago, with good results at the box office. The film was ranked the thirty-fifth place among the most viewed in Italy and eighth in the framework of the select group of forbidden for children, due both to the violent scenes and the detailed drug use.
Then the movie, shot in English, and also distributed in South America, turned into a small case until 2010, when the imposed restrictions expired, because it never aired on television in over thirty years, even on local networks, and remained unpublished on videotape until the publication on newsstands for Hobby & Work, while it had already been circulating editions in Germany and Japan.
“The Heroin Busters” belongs rightfully to the prolific genre of detective movies shot during the ‘years of lead’ period, continuing gender with other director’s titles such as of “High Crime” (1973), “Street Law” (1974) and “The Big Racket” (1976), but more focused on decadent society appearance of the seventies, overwhelmed by drugs.
Another trait common to other works of the Roman director, who appears in a cameo in the role of a drug dealer in Amsterdam, often inclined to denounce social aspects that closely concerned with every citizen life. The new dangers were, in fact, hidden a few meters from their home, as well as explosives placed in more or less large venues.
The script has, perhaps, some flaw, a bunch of sequences look almost surreal, some characters are psychologically unappealing or too stereotypical, but the direction is solid and genuine as usual, able to capture the viewer’s attention, because the movements drive are fluid and stuntman appear in a great athletic shape.
“The Heroin Busters” is degradation and squalor. Abandoned sheds and garages. Fisticuffs, the stunning finish and, above all, Goblin‘s interesting soundtrack by, the penultimate work of the old quartet. The band was living a moment of great fame, aided by the boom of “Suspiria” (1977) and the success of the first solo album, “Roller” (1976), both released on Cinevox.
Once composed the soundtrack of “Dawn Of The Dead (Zombi)” (1978) by George Romero, the first to leave will be the guitarist Massimo Morante, followed by keyboardist Claudio Simonetti after “The Gang That Sold America” (1979) and “Together?” (1979), with the band in the hands of bassist Fabio Pignatelli and drummer and percussionist Agostino Marangolo.
The producer Gallano Juso gave way to continue the collaboration with Guido and Maurizio De Angelis, already engaged with the scores for Enzo G. Castellari’s movies, to bet on Goblin, two years after the equally acclaimed score for “Deep Red” ( 1975), creating a perfect match with the actor David Hemmings, here senior of the brave hero played Fabio Testi.
The four musicians got the consent from Cinevox, which were under contract, available to free them from pairing with Dario Argento and his thriller and horror movies. An opportunity not to be missed to broaden their creative horizons and, in parallel, a new work to be accomplished, with the prospect of earning more consents in the film world.
Despite the discrete movie receipts and the quality of the soundtrack, Cinevox renounced to release it on vinyl, not even keeping a stereo version of the master, remained mono for a long time. Eighteen years after the movie’s theatrical release, the first score tracks were published by DRG Records on “Goblin: Their Hits, Rare Tracks & Outtakes Collection 1975-1989”(1995).
The other four ended in the Japanese compilation “Eccitante! Goblin!” (1997) on Avanz. The Roman label then filled the recording empty with the CD edition of “The Heroin Busters” (1998). Besides David Hemmings and Fabio Testi on the front cover, the surprise of being with a list of titles only differentiated by a sequential number, still choosing not to rename them.
Recently, it was released a brand new edition (2015), with different cover, that this time recalls one of the posters used to promote the eventful movie. Inside the CD, the thirteen tracks already existing have been segmented, raising the total to twenty-six, with four minutes more than the previous count of only twenty-eight.
For the Record Store Day event, AMS chose, instead, to repress the soundtrack on white vinyl (2016): a special edition, with posters and notes by Fabio Capuzzo. The number of tracks has risen to thirty-four, regenerated in the slipstream of the procedure followed by Goblin during the OST editing. To reduce costs, the band used to go into the studio to record only the basic versions of the main themes.
After that, the four created at the mixer the right amount of take to each sequence, between cuts and already registered parties overlaps. A similar modus operandi allowed to re-analyze every audio fragment, for a final forty minutes playing time. A little satisfaction for the label run buy Matthias Scheller and tons of Goblin fans.
The group had composed many songs, creating a rich score, from jazz-rock nuances, used properly by the director. The first four minutes of the movie, marked by the exploits of the global drug traffickers, are a kind of videoclip, with foreground music track contained in Amsterdam – Hong Kong – Cartagena – Rome – New York, M1-M4 (Film Version).
A mix of four fragments combined with dialogue and other sound effects was a significant opening words. The well-defined rhythm section formed, then, the pride of the entire work. Inexplicably, however, the director ended up to not use the groove with Caribbean references of Motorcross At Caracalla, M31 (Unused), a showdown of Agostino Marangolo and Fabio Pignatelli, for the ultimate chase.
Side A starts, instead, from La Via Della Droga, M1, M4, End Titles (Full Version), similar to the aforementioned Amsterdam – Hong Kong – Cartagena – Rome – New York, M1-M4 (Film Version), a composition centered on the notes of the electric guitar with a low delay and a backing battery. A pleasant organ background is added, then to Massimo Morante’s solos.
The exotic Hong Kong (Main Titles), M2 comments agent Fabio’s travels in the channels of the eastern metropolis, with a ticking performed by dishes, always low-key bass, drum and a chorus of voices in the background. Cartagena, M3, to mark the flight of a Colombian courier hunted by the police, is another piece from the Latin flavor, with acoustic guitars, bass and various percussions.
The following The Couriers’ Arrival M5, a few notes waiting, and The Stakeout, M6, resumption of the previous track with a guitar arpeggio and increased percussive intake, accompanies the shadowing of a courier, and will be rearranged several times over the course of the soundtrack. Blitz At The Hotel, M7 still poses percussions in the foreground, lowering the volume of the guitar.
Besides the Drug Coat, M8 interlude, Beating, M9 and Withdrawal Symptoms, M10 are loaded of suspense to mark the drug scene: the first canonized the Goblin style, with sudden explosions, while the second proposes some changes. Ascent and descent sounds are also present in Heroin, M11 and Heroin, M11 (Unused Version), with a different introduction.
Still brilliant restarts and net percussions in Abjection / Jailbreak M12+M13 and Mike And Fabio, M14. The slow Psychedelic Lesbos, M15, followed by its alternative Psychedelic Lesbos, M15 (Unused Version) version, unfolds itself with keyboard effects, a hallucinogen climate, ideal background of intercourse between prostitute Vera, looking for money, and her female ‘client’.
Between the drums and the tolling of the two interludes, Manhunt, M16 and Jewelry Store Robbery, M18, settles Assignment In Genoa, M17, equally vibrant. Side B kicks off with the couple Gillo And The End Of Vera, M19 and The End Of Gillo And Vera, M19 (Unused Version), or still glimmers of psychedelia and nightmarish noise voltages for an underlying sense of malaise.
Direct result of this unhealthy atmosphere are dusty The Bait, M20 and Courthouse, M21, dominated by Claudio Simonetti keyboards and an handful of guitar chords. The brief and mysterious Shooting At The Courthouse, M22 is opposed, later, to real funky Motorbike Escape, M23. The pace is still intense in Tailing 1, M24 and Tailing 2, M25.
A few differences among the two tracks, with occasional accelerations and hot percussions. Raid At The Chemical, M26 I/II arises, however, as another psychedelic braking, useful to mark the movie drug trafficking movie frames. A moment later, Breathless Run, M27 stands out as jazz-rock version of The Stakeout, M6 and beautifully emphasizes the protagonist’s escape in the fields.
Fabio is pressed by fearsome boss Le Roy’s killers and Goblin doing their utmost with a relentless electric guitar, masterfully supported by bass and drums, with additional and strong plays to synthesizer. Then three the interludes – In The Construction Site, M28, Chased, M29 and In The Tunnel, M30 – before the mentioned, and only present in the trailer, Motorcross At Caracalla, M31 (Unused).
Much the same for Air Duel, M32, a resumption of the previous track with drum solos. Finally, the soundtrack of “The Heroin Busters” starts again from where it began and fades on the aforementioned mix Amsterdam – Hong Kong – Cartagena – Rome – New York, M1-M4 (Film Version). A great end to a band still active today and now legendary.