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Timeless Beats /

Detto Mariano Firenze! L’Assassino È Ancora Tra Noi

  • Label / Stella Edizioni Musicali
  • Catalog / SEM 85021
  • Format / Vinyl
  • Released / 11/2016
  • Style / , ,
  • Rating /
    8/101
Detto Mariano - Firenze! L'Assassino È Ancora Tra Noi 300x300
  • ITALIANO
  • ENGLISH VERSION

Diciassette anni e diciassette giorni. È l’arco di tempo in cui si sono sviluppati i reati del ‘mostro di Firenze‘: otto duplici omicidi avvenuti nella provincia di Firenze sconvolsero l’Italia. Le vittime giovani coppie appartatesi in cerca d’intimità, spesso all’interno di autoveicoli e, in un solo caso, in una tenda da campeggio. Luoghi isolati come stradine di campagna e piazzole nascoste, frequentate solo da guardoni. Le notti di novilunio di weekend estivi o prefestivi gli altri elementi ricorrenti.

Così come le armi: una pistola Beretta serie 70, calibro .22 Long Rifle, e un coltello a serramanico di derivazione sarda, strumento tipico per la pratica venatoria. L’ideale per scuoiare animali o martoriare il corpo delle donne una volta sparato ai loro uomini: in quattro degli otto casi, l’assassino asportò loro pube mentre, negli ultimi due, fu escisso anche il seno sinistro. Numerose le indagini volte a individuare i presunti assassini ma, tra il 1968 e il 1985, la psicosi fu collettiva.

La vicenda del mostro di Firenze ebbe grande risalto mediatico. Il primo serial killer tricolore era a piede libero e, considerata la tipologie di vittime, le paure dei genitori furono tali da innescare anche un dibattito sociale. L’opinione pubblica discusse, infatti, circa l’opportunità di concedere ai propri figli un maggiore utilizzo degli spazi domestici, in modo da evitare l’appartarsi in ambienti pericolosi. Nel frattempo, la polizia continuò a brancolare nello stesso buio in cui agiva l’assassino.

Le indagini si focalizzarono anche su un possibile movente di natura esoterica, che avrebbe spinto una o più persone a commissionare quei delitti. L’inchiesta della Procura di Firenze portò, infine, alla condanna in via definitiva di due uomini identificati come gli autori materiali di quattro degli otto duplici omicidi, i ‘compagni di merende’ Mario Vanni e Giancarlo Lotti, con un terzo uomo, Pietro Pacciani, condannato in primo grado a più ergastoli per sette delle otto doppie morti.

Sei mesi dopo l’ultimo caso, esce in pochi cinema italiani “Firenze! L’Assassino È Ancora Tra Noi” (1986), diretto da Camillo Teti, già produzione esecutivo de “L’Uccello Dalle Piume Di Cristallo” (1970) di Dario Argento. Un film girato a tempo di record e che prova a cavalcare l’onda emotiva dei delitti toscani. Uno slasher senza troppi fronzoli, salvato dalla censura, che lo vietò ai minori di quattordici anni, ma destinato a un prematura oblio: non fu mai proiettato a Firenze e dintorni.

Categorico il rifiuto degli esercenti cinematografici locali. Un insuccesso totale. Ebbe maggiore fortuna, invece, “Il Mostro Di Firenze” (1986), diretto da Cesare Ferrario e ispirata dall’omonimo libro (1983) del giornalista Mario Spezi, che, nonostante i tagli della censura, suggeriva sia una ricostruzione degli avvenimenti che un’analisi sul grande schermo della personalità dell’assassino, naturalmente prima delle lettere anonime, degli arresti e del compimento delle vicende giudiziarie.

“Firenze! L’Assassino È Ancora Tra Noi” puntava, piuttosto, su un soggetto più fantasioso, scritto dallo stesso Camillo Teti e da Giuliano Carnimeo, già regista de “Il Giustiziere Della Strada” (1983). Protagonista della pellicola una studentessa universitaria fuori sede che ha scelto la storia del mostro di Firenze come argomento della sua tesi di laurea, formulando diverse ipotesi sull’identità del serial killer. Il suo interesse la porterà, però, a essere al centro di fatti inquietanti.

Non mancheranno, infatti, inseguimenti notturni, lettere anonime, pedinamenti da parte di ignoti, telefonate mute e, per forza di cose, tanto sangue. Il budget a disposizione è, ovviamente, scarso. L’attinenza con le doppie morti del mostro di Firenze non è così necessaria. La cronaca nera si rivela semmai un ottimo sfondo in cui ambientare un delirante splatter, affatto documentaristico e più commerciale, colmo di corpi nudi, false piste e di interpretazioni non indimenticabili.

Firenze! L'Assassino È Ancora Tra Noi “Firenze! L’Assassino È Ancora Tra Noi” si avvale delle prove di Mariangela D’Abbraccio, sorella maggiore della pornostar Milly D’Abbraccio, Giovanni Visentin e Bruno Minniti, qui accreditato come Luigi Mezzanotte, accompagnate dalla partitura di Detto Mariano. La colonna sonora del compositore marchigiano è rimasta inedita per trent’anni, finché la solita Stella Edizioni Musicali, così come accaduto mesi fa con “Striker (Film Sonoro)” (2016), non ha deciso di tramandarla ai posteri.

L’edizione in doppio vinile, disponibile anche di colore blu, di “Firenze! L’Assassino È Ancora Tra Noi” (2016) è abbastanza singolare perché, le prime due facciate ripercorrono le sequenze sonore così come proposte durante la pellicola, tra divagazioni elettroniche e vari rumori di scena, per consentire all’ascoltatore di riviverla a pieno. Le seconde due ricostruiscono, invece, alcuni dei brani portanti, rimasterizzati per l’occasione da Josep Llobell Oliver, più alcune bonus track.

Il lato A prende il via con la psichedelica M_01, una traccia cantata, tra spari e urla. Anche M_02 presenta un tratto vocale che, però, non cresce in intensità. L’equipaggiamento pionieristico di Detto Mariano si rivela adatto per punteggiare la tensione. Oltre M_03, un breve interludio di sole percussioni, M_04 si pone come brano spartiacque. Romantico, pop, inframezzato dal dialogo fra gli attori. Un excursus acustico in pieno clima di terrore che, di fatto, ritorna prepotente in M_05.

Stridula anche M_06. Se M_07, con testo in inglese, riprende una conversazione telefonica, M_08 recupera la trasmissione radio ascoltata all’interno di un’automobile. M_09 un gradevole passaggio atmosferico, con gli archi in background e le percussioni a scandire lo scorrere del tempo. In M_10 si odono note di xilofono. M_11 scorpora il tema iniziale di alcuni elementi. Straziante M_12, curiosa M_13, con una successione di differenti elementi sonori, tra basso e campanelli.

Il lato B paga subito il suo tributo a un altro maestro dell’horror sound, Fabio Frizzi, con il coro di voci M_14. Profonda la successiva M_15, con grida, onde sonore a vuoto e il carillon. M_16 uno svolazzo. Nonostante alcune risate, M_17 fa luce su un discorso su medicine e morti. Retaggi drone in M_18 e in M_23, mentre M_19, M_20 e M_21 riservano altri suoni estratti dal film: spari, acqua che scorre, il pianto di una donna, respiri affannosi e una voce che scandisce il nome Antonella.

In M_22 ritorna, stavolta in mono, la solita musica che rimanda a paradisi tropicali, interrotta all’improvviso dall’immancabile carillon, dalle percussioni e da nuovi colpi esplosi. Intensa anche la conclusiva M_24, una specie di cortocircuito elettronico. Il lato C propone il tema L’Assassino È Ancora Tra Noi (Main Theme) in tutta la sua lunghezza. La dolce Così O Niente, per chitarra e pianoforte, è tratta dalla trasmissione tv “Tutto Compreso” (1981) e cantata da Titty Cercelletta.

Le sorprese del virtuoso compositore non finiscono qui. Le tracce che seguono sono tutte arrangiate da Detto Mariano. La solare Where Clouds Could Never Fly, già riproposta sotto mentite spoglie, si affida alla voce di Zack Ferguson. Al di là di Così O Niente (Instrumental), ridotta al mero bridge, Couldn’t You Imagine è la sua versione in inglese. La canzone di Rossana Casale, accreditata come Annette Hillmann, era sovrapposta ai titoli di testa della serie tv “Mille Non Più Mille” (1979).

Il lato D offre un’altra versione del tema L’Assassino È Ancora Tra Noi, con apertura atmosferica. Dopodiché, è il turno World X di Angella Dean, inserita in “Let’s Go Space IV” (2015) su Private Records, una disco hit in Francia. La canzone It’s Me, interpretata da Claudia Mori, era parte, invece, della soundtrack di “Culastrisce Nobile Veneziano” (1976). La versione alternativa e quella strumentale di Couldn’t You Imagine chiudono in bellezza l’ennesimo imponente recupero sonoro.