Perfetta sintesi di strumentazione acustica e analogica, il brano presenta una batteria elettronica e un cupo bassline sul quale si adagiano sezioni di archi e riff di chitarra.
L’andatura appare tipicamente disco così come la linea vocale di Lydia Murdock e del coro che la sostiene.
Il break centrale, così come l’intro formati dalla sola parte ritmica ci ricorda che siamo nel 1984, anno di gloria
delle drum machine, osannate nelle produzioni electro, italo-disco e hi-nrg.
La cantante Lydia Murdock è qui al suo secondo lavoro, dopo essersi fatta conoscere al publico con “Superstar”, maldestra rivisitazione di Billie Jean di Micheal Jackson.