La parentesi dance di Claudio Simonetti ha rappresentato, per la musica elettronica italiana, uno dei momenti più alti in quel limbo temporale durante il quale si sono scritte molte delle pagine di storia oggi finalmente giunte alla consacrazione.
Erano i primi anni ’80, e l’idea di Simonetti fu proprio quella di creare un gruppo con il quale proporre la sua visione di musica dance. Dio benedica quei tempi, perché molti dei produttori che si gettarono a capofitto nella musica da ballo erano veri e propri musicisti, coscienti di cosa voleva poter dire produrre un brano e soprattutto in grado di suonare sia strumentazione acustica che analogica.
Nacquero i Crazy Gang, band composta da Claudio Simonetti, Massimo Morante, Walter Martino e Douglas Meakin.
A dire il vero il loro apporto produttivo è limitato ad un singolo: Arabian Nights ed all’album in questione, We are the Crazy Gang, ma la storia ci è testimone di come i migliori dischi elettronici in chiave dance dei primi anni ’80 siano frutto di isolati tentativi fatti dai più disparati musicisti.
We are the Crazy Gang è un album magico, uno dei pochi esempi di album (usiamo l’appellativo italo disco) interamente riusciti. Nove brani senza il minimo calo di tensione, un esempio quanto mai tangibile delle qualità di ciascun membro del gruppo.
Tutti gli amanti di queste sonorità conosceranno a menadito il brano “Telephone Computer”, autentico anthem disco proiettato verso il futuro, già ristampato ed anche rieditato dalla Flexx records nel 2006.
Ma il disco mostra in ogni composizione qualcosa di veramente lodevole, dalle robotiche divagazioni cosmic di “Every Sunday” alla grande programmazione ritmica di “Flight to Hollywood”, o ancora le dinamiche in bilico tra funk e disco di “Arabian Nights”.
Una visione libera da schemi che purtroppo è andata persa nel corso degli anni, e che forse trovava ragion d’essere nello spirito stesso di questi musicisti che tendevano ad esaltare la sperimentazione al più banale e ripetitivo approccio compositivo attuale.
I Crazy Gang hanno creato brani attuali, ballabili, freschi.
Musica che vive tranquillamente per decenni in quanto vera e prodotta da artisti in grado di riversare il loro background solido nelle più disparate opportunità che la stessa è in grado di offrire.
La Bubble records riesuma questo fantastico album per renderlo, finalmente, di nuovo disponibile al pubblico, visto che le versioni originali del 1983 girano su web a prezzi assurdi, quindi, senza esitare, mettete mano al portafogli e fate vostro questo gioello immortale.